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Medicina: Ricciardi, incrementare finanziamenti al Ssn

Aumentare numero laureati non è soluzione,sì accesso programmato

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 30 GEN - "L'aspetto inquietante delle soluzioni proposte ultimamente per affrontare le immani carenze di personale medico nel Servizio sanitario nazionale è che, dopo l'aumento enorme dei contratti di specializzazione negli anni dei Governi Conte 2 e Draghi (finalmente!), esse convergono unicamente sull'aumento del numero di laureandi in Medicina e sul superamento del numero programmato nell'accesso alle Facoltà mediche, il tutto senza alcuna razionalità e cognizione di causa e, soprattutto, senza partire dai dati oggettivi della situazione esistente". A dirlo è Walter Ricciardi, medico e docente universitario, che ha ricoperto ruoli pubblici importanti in questi anni nella sanità, in audizione in Commissione Cultura al Senato sulla questione del numero chiuso a Medicina.
    "L'Italia - ha ricordato - ha attualmente circa 370.000 medici (escludendo gli odontoiatri) cioè 6,111 ogni 1.000 abitanti, il più elevato rapporto al mondo (secondi e terzi in classifica sono l'Austria e la Germania) mentre ne abbiamo proporzionalmente il doppio rispetto a Francia e Regno Unito.
    E' facile capire che aumentare il numero dei laureandi in medicina non è la soluzione, almeno di non voler diventare il "medicificio" del mondo, con una pletora di professionisti che lotteranno per pochi posti mal remunerati in Italia o saranno costretti ad emigrare all'estero, dopo essere stati formati nel nostro Paese a spese del contribuente e delle famiglie. Il danno oltre la beffa.
    Tutto questo - ha proseguito Ricciardi - senza parlare della qualità della formazione di professionisti che dovranno prendere decisioni che spesso possono significare la vita o la morte per i propri pazienti e che non possono essere formati on line o in megaclassi, magari in qualche cinema, data la indisponibilità di aule nelle attuali università italiane sottostaffate e sottofinanziate.
    L'auspicio è che il problema del SSN sia risolto incrementando i finanziamenti, attualmente siamo tra gli ultimi nei Paesi industrializzati, e facendo una politica di assunzione, remunerazione e promozione dei medici italiani che sono gli unici al mondo ad avere perso potere d'acquisto negli ultimi 20 anni, invece che aumentarlo.
    In particolare, va affrontata la indisponibilità dei giovani medici italiani verso specializzazioni che vengono viste come eccessivamente pesanti, assorbenti e insoddisfacenti dal punto di vista remunerativo, come la Medicina d'urgenza o la Chirurgia e la totale indifferenza verso tutte le specialità mediche dei servizi (Microbiologia clinica, Patologia clinica, Anatomia Patologica). In assenza di questi specialisti sarà presto difficilissimo curare gli Italiani.
    Viceversa, appare indispensabile affrontare la formazione medica come avviene in tutti i più evoluti Paesi del mondo, con un accesso a numero programmato, basato su dati calcolati in modo tempestivo e trasparente in funzione delle necessità assistenziali della popolazione italiana, con procedure di selezione rigorose ed evidence based". (ANSA).
   

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