(ANSA) - ROMA, 04 SET - Le Università private non possono
trattenere le somme che centinaia di studenti pagano ogni anno
per partecipare alle selezioni in attesa dell'esito delle prove
d'ingresso agli Istituti statali. La decisione è contenuta in
una innovativa sentenza del Tribunale civile di Roma.
La vicenda può essere così ricostruita: le prove di
ammissione delle Università private si svolgono prima dell'esito
di quelle pubbliche (la cui graduatoria viene ordinariamente
pubblicata a settembre) e tutti gli studenti sono soliti
cimentarsi prima nelle prove delle Università private e poi a
quella unica e nazionale della pubblica. I vincitori delle prove
di ammissione presso le Università private, per non perdere il
diritto ottenuto all'esito della prova, sono tenuti ad
iscriversi, anticipatamente, a tali Atenei prima ancora
dell'inizio dell'anno accademico. Le somme versate però non
vengono restituite, neanche se, all'esito dei test nazionali,
gli studenti abbiano optato per le Università statali.
Adesso il Tribunale civile di Roma, accogliendo un ricorso
degli avvocati Santi Delia e Michele Bonetti, hanno condannato
un'Università privata alla restituzione delle tasse pagate.
Secondo il Tribunale capitolino al rapporto tra studente e
Università si deve applicare il Codice del Consumo, e la
"clausola contrattuale" che impone la non restituzione delle
somme versate in caso di rinuncia o trasferimento è da
considerarsi "vessatoria in quanto chiaramente finalizzata a
rendere più gravoso il recesso".
"Si tratta - commenta l'avvocato Delia - di una sentenza
destinata a fare da spartiacque imponendo agli Atenei privati
una revisione della loro politica che, sul punto, appare
totalmente distante dall'effettiva mission di somministrare il
bene cultura e insegnamento ai discenti. Il Tribunale,
accogliendo le nostre tesi, ha ulteriormente valorizzato la
circostanza che gli Atenei privati, occupando in seguito il
posto lasciato vacante dal rinunciatario che aveva già pagato le
tasse dell'intero primo anno, non avrebbe subito alcun danno
mentre gli studenti, a loro volta, nessun servizio nonostante
l'importante pagamento". (ANSA).
'Atenei privati diano soldi a studenti poi iscritti in pubblici'
Decisione del Tribunale civile di Roma