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Dalla Statale di Milano il dizionario di stereotipi di genere

Rivolto a scuole medie e superiori per 'formare una coscienza'

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 25 NOV - C come cercarsela, V come vergogna, E come esagerata, H come help: sono alcune delle voci contenute nel 'Dizionario breve sugli stereotipi associati alla violenza di genere e alla vittimizzazione secondaria' ideato dal team di Human Hall, l'hub per l'inclusione, l'innovazione e la tutela dei diritti umani dell'Università degli Studi di Milano, rivolto in particolare agli studenti delle scuole superiori di primo e secondo grado.
    "Gli stereotipi e la violenza di genere sono temi strutturali che esprimono gli equilibri di potere di una società. Ed essendo strutturali, vanno combattuti soprattutto a livello educativo" hanno spiegato Francesca Poggi, docente di Filosofia del diritto, e Irene Pellizzone, docente di Diritto costituzionale che hanno curato il libretto insieme alla dottoranda in Filosofia Anna De Giuli.
    "Conoscere questi stereotipi - hanno aggiunto - serve proprio a renderci coscienti di alcune narrative che sono parte integrante della nostra cultura e che si attivano in maniera automatica".
    Proprio perché si rivolge ai ragazzi il dizionario è scritto con un linguaggio chiaro e accompagnato da vignette immediate.
    L'obiettivo è mettere in luce distorsioni e pregiudizi a partire da parole chiave organizzate in ordine alfabetico. Ad esempio la F sottolinea come la Famiglia sia il luogo degli affetti e della protezione, ma ricorda che non è sempre così perché a volte è luogo di violenze e se "certamente per la famiglia qualche volta ci si deve sacrificare" questo "non può voler dire accettare violenze e umiliazioni".
    La presentazione è avvenuta all'evento 'Le parole della violenza. Conoscerle per evitarle' a cui hanno partecipato fra le altre la rettrice della Statale Marina Brambilla, la prorettrice Marilisa D'Amico, l'assessore regionale alla Famiglia Elena Lucchini e la delegata alle pari opportunità del Comune di Milano Elena Lattuada. (ANSA).
   

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