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Violante, viviamo situazione drammatica, è tempo della cultura

'Politica incapace di garantire ordine, interviene il diritto'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 09 DIC - "Il mondo attorno a noi si trova oggi in una situazione drammatica che richiederebbe capacità di pazienza e di mediazione pari a quelle che Lei ha esercitato nel Suo Paese. Oggi la vita è perdente; la morte domina il tempo.
    La volontà di potenza supera la volontà di pace. Milioni di donne, di uomini, di ragazze, di ragazzi in tutti i continenti fuggono dalla guerra, dalla miseria, dalla persecuzione; non c'è nessuno sulle nostre strade capace di raccoglierli, di dare a ciascuno una vita e un destino. Questa distesa di corpi nudi negli oceani e sulle sabbie, nei lager libici, a Gaza o nel Sud Sudan sotto i nostri sguardi sono diventati pura zoé, senza bios, senza umanità". A dirlo è stato Luciano Violante, presidente di Multiversity, all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Mercatorum, a Roma. Ospite d'onore è stata Ouided Bouchamaoui, imprenditrice Tunisina e Premio Nobel per la Pace 2015. Violante ha ricordato che attualmente sono in corso 59 guerre tra Stati, il più alto numero dopo la Seconda Guerra Mondiale, e complessivamente 170 conflitti armati. "Intere generazioni di giovani sono uccise, dall'Ucraina a Israele a Gaza, dal Nagorno Karabash allo Yemen, dal Libano alla Siria. E tacciamo delle vite delle centinaia di migliaia di giovani russi mandati a morire da Putin. Come se stare, giustamente, con gli ucraini ci debba rendere indifferenti di fronte alla morte dei loro coetanei russi. L'aggressione armata sembra diventata l'ordinario strumento di risoluzione dei conflitti internazionali. Noi dovremmo batterci non tanto per la pace che è affare dei governi, quanto per la vita che è affare dei cittadini. Le ragazze iraniane dicono "Donne, vita, libertà" non "Donne, pace, libertà".
    La politica sembra incapace di proporre e garantire un ordine.
    In questi casi interviene il diritto. Ma il diritto, per essere efficace, ha bisogno del consenso e il consenso da parte dei signori della guerra non c'è. E allora per superare il tempo della guerra, ci vuole la forza del pensiero.
    Noi, paesi che gravitiamo direttamente o indirettamente sul Mediterraneo, siamo sull'orlo di un baratro. Può sembrare strano, ma quando nè la politica né il diritto riescono a ricostruire un ordine, viene il tempo il tempo della cultura, degli intellettuali, delle Università, come luogo d'eccellenza per la costruzione del pensiero nuovo", ha concluso Violante.
    (ANSA).
   

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