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Mindfulness, cosa non è e cosa è la pratica di cui tutti parlano

Una 'meditazione' consapevole, ecco come cominciare

Mindfulness foto iStock.

Redazione Ansa

Smettere di giudicare, di stabilire standard, di seguire tabelle di marcia, abbandonare l'ansia da prestazione e rivolgere la curiosità per se stessi e per il presente: il famoso qui e ora da riacciuffare nella distrazione, perchè vivere il presente è diventato un'arte, intossicati come siamo da mille imput, dal dover fare continuamente qualcosa di altro, aprire qualche cassetto del cervello e lasciarli magari tutti aperti come accade nel famigerato multitasking.

Invece ritrovare il ritmo interno mentre fuori tutto va di corsa e noi lo inseguiamo senza fiato è una via per avvicinarsi alla serenità. Tutto questo si chiama con una parola di moda Mindfulness, ossia consapevolezza particolare di quello che facciamo, di come ci muoviamo, persino dei passi in automatico che compiamo. In un'altra parola, porre attenzione che è il contrario - facile a dirsi, meno facile da farsi - di distrazione.

La mindfulness è contigua alla meditazione: l'obiettivo è però non tanto favorire una esperienza trascendente quanto migliorare lo stato d'animo, la chiarezza mentale, sostenendo il proprio benessere. Nel 1979 Jon Kabat-Zinn, ideatore del metodo, fondò presso la scuola medica dell'Università del Massachusetts, la prima clinica per la riduzione dello stress in cui utilizzò la mindfulness. Da allora migliaia di studi hanno mostrato l'efficacia della mindfulness per ridurre lo stress, per migliorare il tono dell'umore e per essere meno vulnerabili alle dipendenze.

Dice Maria Beatrice Toro, psicoterapeuta che da alcuni anni tiene corsi di mindfulness ed autrice di molti libri sul tema (l'ultimo è 7 giorni di Mindfulness edito da FrancoAngeli), "la mindfulness non è una fuga dalla realtà, non è relax e non è neanche un cambiamento di vita ma provoca a cambiare il modo in cui la affrontiano. Non aiuta a fuggire dalla cose ma a vederle con maggiore chiarezza, prospettiva, profondità. E' di grande aiuto per le persone che rischiano cali di attenzione, bambini o adulti che siano. Non è infine una magia, ma un allenamento a controllare la qualità della mente e dunque della vita. Tutto comincia con il respiro, portare l'attenzione al respiro fa restare agganciati al presente momento dopo momento. Non è semplice".

Proviamo a cominciare dall'abc: ecco con la guida della dottoressa Toro il primo esercizio che è proprio quello di essere determinati all'ascolto di un qualcosa di così sottile come il respiro, ci si può distrarre continuamente ma l'esercizio è proprio quello di mantenere l'intenzione di tornare al respiro ogni volta. "Ci distraiamo e ritorniamo ad ascoltarlo, diventando consapevoli del fatto che stiamo respirando e portiamo l'attenzione al movimento del respiro nel corpo, lo sentiamo quando entra e quando esce, senza modificarlo". E avanti: osserviamo il ciclo completo di ogni respiro. Quando inspiriamo, sappiamo che stiamo inspirando, quando espiriamo sappiamo che stiamo espirando. Se la mente si distrae, torniamo al respiro. Possiamo sempre usare il soffio di un respirto per tornare al presente. Lasciamo andare tutti gli oggetti della mente, permettendoci di essere semplicemente qui, presenti. Siamo il respiro che si muove, le sensazioni nel corpo, i suoi che avvertiamo, i pensieri che sorgono, tutto questo andare e venire...permettiamo tutto questo. In silenzio siamo presenti a tutto, come si svolge, completamente, momento dopo momento, respiro dopo respiro".

 

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