Dal nuovo design minimalista, lineare e senza decori, con un'atmosfera bio e green a quello post industriale con soffitti riportati all'originale, strutture portanti a vista, ferro e alluminio, ma c'è una terza tendenza che recupera materiali dismessi, abbonda di verde, utilizza il vetro per mettere tutto a vista, soffitto o pareti che siano, vira sull'ibrido tra ristoro, salotto e vendita artigianale di manufatti, punta alla socialità da 'centro sociale' ma lasciando fuori la porta la politica. Locali così, con un design apparentemente casuale ma con dietro l'idea di un passato da recuperare senza troppi formalismi, un upcycling volutamente poco studiato, se ne cominciano a vedere tanti.
Sono bar 'giungla' dove le piante crescono tra tavoli e sedie riciclate, tutte diverse tra loro, mentre negli spazi attigui giovani designer propongono le loro creazioni di borse, gioielleria, disegni. Sono popolati anche durante il giorno e spesso la sera diventano luoghi per concerti indie. Nella strada più vivace del quartiere ebraico di Budapest, Kazinczy street, dove l'architettura fine ottocento e primi novecento è stata lasciata volutamente con intonaco invecchiato, c'è il Szimpla kert, considerato il primo pub che ha lanciato in Europa la tendenza. La galleria contemporanea di produzioni di giovani designer convive con la distillazione di birre artigianali localmente note.
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