Si potrebbe pensare che l'occhialeria non debba rientrare tra i pochi negozi che le ferree misure di contenimento del coronavirus hanno autorizzato a rimanere aperti. Ma analizzando bene il problema non è così. ''Siamo aperti tutti i giorni solo la mattina per aiutare chi ha avuto emergenze'', racconta Rosaria, vivace titolare di uno storico negozio di ottica del centro di Roma. ''In questo tempo sospeso - dice - se la rottura degli occhiali, ad esempio, ti impedisce di leggere è ancora più difficile sopportare lo stare a casa''. ''I nostri punti vendita che sono sempre stati anche un luogo di incontro e di scambio, di chiacchiere, oggi sono avvolti da in silenzio inusuale - aggiunge Rosaria - interrotto solo dagli squilli delle chiamate di chi chiede informazioni o consegne a domicilio, e dai pochi clienti venuti per risolvere un problema urgente''. ''L' altro giorno la bimba due anni di un nostro cliente - racconta Rosaria - è salita con il triciclo sugli occhiali del padre distruggendoli. Un operatore televisivo ha disintegrato gli occhiali, e si è anche ammaccato il naso, cadendo rovinosamente mentre registrava un servizio. E ancora, una signora affetta da maculopatia mentre andava a fare la spesa ha rotto il ponte degli occhiali da sole graduati, indispensabili per proteggerla dai raggi Uv''.''Eppoi abbiamo salvato un matrimonio - aggiunge ironicamente - aggiustando gli occhiali che la moglie di un nostro cliente aveva trasformato in una sottiletta sedendosi sul bracciolo della poltrona dove il marito li aveva appena appoggiati''. ''Infine, il nostro archivio è stato utile ad un'amica che lavorando al pc da casa aveva urgente bisogno di un occhiale specifico da computer. Aveva solo un paio di occhiali multifocali non adatti per leggere otto ore di seguito e pretendeva di ordinare delle lenti al telefono. Cercando nel nostro archivio abbiamo ricostruito la sua storia e scoperto che tempo addietro aveva aggiornato le lenti di una sua vecchia montatura adattandole per il pc. Quindi l'occhiale che cercava l'aveva già a casa''. ''Scene di vita quotidiana che in questo contesto ci fanno sorridere, sentire utili e parte di una comunità'' conclude Rosaria che aggiunge ''speriamo presto che tutto questo finisca, per tornare a chiacchierare e poterci finalmente riabbracciare in negozio''.
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