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Le città post Covid tra robot e industrie

A Focus Live dialogo tra rettore Politecnico Resta e Italo Rota

Redazione Ansa

Come cambieranno le città dopo il Covid? "Crescerà l'urbanizzazione", è l'opinione del rettore del Politecnico Ferruccio Resta, mentre l'architetto Italo Rota - chiamato a confronto a Focus Live - non ne è così convinto, perché a suo parere in molti, con lo smart working, si chiederanno se è proprio in un grande centro che vogliono stare, come già successo a Londra e Parigi.
    Per Resta, "la città cercherà di intercettare nuovi comportamenti ed esigenze e si cercherà una città che metta al centro la qualità della vita, quindi con maggior tecnologia, per esempio con l'uso di robot che dirigano il traffico o puliscano, e che dia la possibilità di fare sport, cultura e impresa, con una forte attenzione alla sostenibilità".
Rota, partendo dalla constatazione che il Covid ha accelerato processi come il cambiamento produttivo, la robotica e lo smart working, pensa che per mantenere il ruolo centrale delle città si debbano portare al loro interno le super industrie e che in generale il ruolo dell'architettura sarà quello di "rispondere a una città fatta di persone che non si adattano agli appartamenti, che vanno conformati alle diversità". Questo perché durante il lockdown "gli umani hanno riscoperto il valore dello spazio e della qualità degli oggetti e questo - sottolinea Rota - avrà conseguenze sul futuro. La gente diventerà più esigente su cosa è utile anche sul piano personale, affettivo". Per chi deciderà di rimanere in città, probabilmente ci saranno dei cambiamenti come "il ritorno del prefabbricato, con cui la ballerina della Scala si farà la sua palestra, o gli ascensori sostituiti dal montacarichi".
    Quello che Resta si augura che torni come prima è la didattica in presenza: anche se con il Covid il Poli ha messo in breve tempo 45mila studenti in Dad, ha convertito i suoi laboratori per produrre liquido igienizzante e testare le mascherine, restituendo l'università al suo ruolo sociale, per il rettore è importante "riportare al centro la persona: all'università non conta la singola lezione, ma il percorso.    Posso anche collegarmi con un collega lontano, ma lo studente - conclude - deve essere in aula". 

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