I parigini lamentano che la Ville Lumière sia diventata sporca e mal gestita, il Comune e la sindaca Anne Hidalgo non ci stanno e aprono il cantiere per ridisegnare, abbellire, rendere più moderna e sostenibile la capitale. Razionalizzando le strade, la circolazione e rinnovando l'arredo urbano.
L'impegno è quello di non tradire le radici, l'eredità haussmaniana dei boulevard e delle prospettive rimarrà la stessa, ma dovrebbe nascere, stando alla Mairie, "una nuova estetica" della Ville Lumière per mettere a tacere chi - con grande sorpresa dei suoi governanti - non la ritiene più "la città più bella del mondo".
Dopo le piste ciclabili che ormai solcano tutta l'area della città, il restringimento drastico e in qualche caso mal riuscito dello spazio per le auto, il rinnovamento di piazze come la Bastiglia, Nation, place d'Italie, Anne Hidalgo, rieletta a giugno per un secondo mandato, vuole tirare diritto: sempre meno spazio per le auto - che però non si rassegnano e restano incolonnate - e città aggiornata in base ai nuovi imperativi dettati dal cambiamento climatico.
Il concorso per il nuovo design, sotto forma di consultazione popolare dei parigini, punta a comprendere come razionalizzare e rinnovare l'arredo urbano, l'aspetto con il quale la città si presenta ai parigini e ai turisti. Entro fine anno arriveranno i progetti, con l'obiettivo di avere pronti i cambiamenti nelle strade per settembre 2021. Ma la sindaca e la giunta vogliono dare battaglia anche alle accuse di sporcizia e trasandatezza.
"Parigi si imbruttisce anno dopo anno con una costanza avvilente", ha dichiarato di recente una consigliera di opposizione, Nelly Garnier (Les Republicains). La quale, come molti parigini, rimprovera alla sindaca anche il nuovo aspetto delle piazze: "I milioni spesi per rinnovare questi grandi spazi sono serviti soltanto a farne dei luoghi meno funzionali e per niente verdi. E' un fallimento assoluto".
A riconoscere che Parigi, per i suoi abitanti, ha perso il presunto scettro di città più bella del mondo è stato l'assessore e vicesindaco Emmanuel Grégoire, responsabile dell'architettura e dell'arredo urbano della capitale. In particolare, Grégoire ha ammesso che gli aggiustamenti trovati in fretta e furia per consentire ai ristoranti di allestire tavolini all'aperto fino agli spazi per i parcheggi delle auto o gli antiestetici muretti di marmo per imporre le piste ciclabili in tutte le strade e piazze durante la pandemia (evitando così i mezzi pubblici quanto possibile) non hanno reso Parigi più attraente: "Si è privilegiata l'emergenza a discapito dell'estetica".
L'idea del Comune è quindi quella di lanciarsi in un rinnovamento coerente e sostenibile, evitando "ogni conservatorismo che farebbe di Parigi una città-museo". Si tratterà, invece, di inserire il futuro, elementi moderni e innovativi nel carattere tipico dell'arredo urbano della capitale ispirato alla Belle Epoque. Una scommessa, un progetto ancora più ardito di quelli che la compagine di Anne Hidalgo ha varato finora e che hanno diviso l'opinione pubblica e i cittadini.
Parigi 'imbruttita'? Il Comune corre ai ripari
Lanciato un concorso di design aperto a tutti, fra tradizione e sostenibilità