Bombe d’acqua, grandinate, acquazzoni prolungati. Piove e quanta acqua preziosa stiamo sprecando? Le precipitazioni negli ultimi mesi sono state definite ‘straordinarie’ da meteorologi e studiosi perché da metà febbraio di questo anno lo schema di circolazione atmosferica prevalente a scala europea è radicalmente cambiato. Pioverà a compensare i mesi di siccità che potrebbero colpire le nostre piante e i nostri giardini nei mesi estivi? Probabilmente no perché la grande quantità di acqua che sta cadendo sulla terra in questo periodo scivola via sprecandosi. Come gestire quello che gli esperti definiscono il ‘collasso climatico’ che rimescola le carte con fenomeni di precipitazioni che allagano tutto o di spiccata aridità?
Gli esperti della Royal Horticultural Society inglese (Rhs) ritengono che si stia sprecando moltissima acqua, che è una risorsa preziosa e fondamentale nella lotta al cambiamento climatico. Come smettere di sprecare così tanto oro blu? Con i nuovi ‘giardini pluviali’ che permettono di raccogliere l’acqua ‘sporca’ per il riuso e la cura di giardini e dei balconi (ma anche di parchi e aiuole pubbliche). Mentre i giardinieri combattono per prevedere la carenza d’acqua dei mesi a venire il nuovo trend si sta imponendo in molti paesi europei. Dalla mostra dei fiori appena conclusa di Chelsea, esclusivo quartiere di Londra, alla recentemente fiera FloraCult svolta nelle campagne romane, i temi della raccolta e della riduzione del consumo dell’acqua sono centali.
I nuovi ‘giardini pluviali’, incluso il progetto Water Aid Garden dalla mostra dei fiori di Chelsea, prevedono la raccolta delle piogge anche rallentandone il flusso, l’immagazzinamento per l’irrigazione di giardini e terrazze e la filtrazione per poterla usare anche per uso domestico e per renderla potabile. Il giardino pluviale prevede tetti a cascata che alimentano fossati poco profondi ricoperti di muschio che trattengono l’acqua quando piove troppo per poi farla defluire lentamente nel giardino circostante o in aree del terreno coltivate. “Un giardino pluviale è una area poco profonda di terreno che riceve il deflusso dai tetti e da altre superfici, - spiegano gli studiosi della Rhs sul Guardian. – Una conca che contiene piante che sopportano i ristagni di aqua fino a 48 ore alla volta, con altre piante resistenti alla siccità posizionte ai suoi bordi. L’acqua riempie la depressione e poi drena nel terreno circostante permettendo di risparmiarne per l’irrigazione dei giardini. I giardini pluviali assorbono il 30% di acqua in più rispetto ad un prato e riducono l’erosione della terra provocata dalla pioggia battente”. “Water Aid Garden celebra il potere della nostra risorsa più preziosa: l'acqua, - precisano il pluripremiato paesaggista Tom Massey e l’architetto Je Ahn del gruppo. - Qui nel Regno Unito, i nostri giardini sono spesso i primi luoghi in cui avvertiamo gli effetti di condizioni meteorologiche estreme come ondate di caldo, siccità e inondazioni. E, man mano che il clima cambia, le forniture di acqua pulita stanno diventando sempre più inaffidabili. Il WaterAid Garden è ispirato dal nostro lavoro con le comunità di tutto il mondo e mostra come, con un'attenta pianificazione e gestione dell'acqua, giardini belli e resilienti possano prosperare, anche di fronte a un futuro imprevedibile”. Gli esperti della Royal Horticultural Society invitano infine alla raccolta delle acque grigie come quelle provenienti dalle bacinelle del lavaggio dei piatti e dalle vasche da bagno, evitando di usare l’acqua fresca del rubinetto di casa. Queste azioni possono essere quotidiane e non necessitano l’organizzazione di cisterne o raccolte particolari.
Poi c’è la raccolta delle piogge dai tetti grazie a complessi sistemi di grondaie connesse tra loro e che finiscono in cisterne sotterranee o a livello. Dotate di pompe elettriche queste cisterne si collegano con gli impianti di irrigazione o con i tubi per l'annaffio manuale per rendere i giardini autonomi sul fronte del nutrimento nei periodi di grande siccità scegliendo piante e tappeti erbosi che non necessitano di continui annaffi. “Tutti coloro che possiedono un giardino possono realizzare conche nel terreno o cisterne di raccolta”, spiega Elisabetta Margheriti, agronoma e vivaista. – Per le riserve in terra si deve fare un buon drenaggio facendo attenzione ad utilizzare ghiaia per fare percolare l’acqua nel terreno limitrofo e senza creare grossi ristagni incontrollati. L’acqua piovana si raccoglie anche in cisterne, sia esterne che interrate come sistema di soccorso”. “La raccolta dell’acqua piovana è facile da effettuare anche in terrazzo, con grondaie e contenitori per la raccolta ma anche con sottovasi per vasi di media portata da riversare in contenitori. Gli impianti di irrigazione raccomandati sono a goccia che risparmiano l’acqua ed evitano sprechi, il tubo è sconsigliato” precisa l'esperta.
Quali piante scegliere per i giardini pluvialiBellissime piante colorate, in grado di promuovere la biodiversità, possono essere scelte per la loro capacità di prosperare nelle diverse condizioni del giardino, dagli stagni e le zone umide circostanti, attraverso il prato occasionalmente allagato, fino all'arida zona montuosa. Gli esperti alla fiera di Chelsea hanno citato, tra le piante idonee agli stagni di raccolta, la Yucca rossa (Hesperaloe parvi flora) per la capacità di tollerare estremi sia di inverni freddi che di estati sempre più secche, il ‘Bogbean’ (Menyanthes trifoliata) che cresce in acque poco profonde attorno allo stagno, la Viola d'acqua (Hottonia palustris) sensibile all'inquinamento, indica se una fonte d'acqua è pulita o meno. Inoltre l’albero di ontano (Alnus glutinosa) con radici che catturano l'azoto, migliorando la fertilità del suolo e possono anche assorbire i metalli pesanti tossici dal terreno, contribuendo a ripristinare le terre desolate.
Quali piante comprare in Italia per reagire alla siccitàAnche quando si comprano delle piante è utile iniziare a pensare a come reagirà la pianta alla siccità. “Dobbiamo imparare a capire anche la storia delle piante, sapere la loro provenienza e capire di quanta acqua avrà bisogno per vivere e crescere, - precisa Elisabetta Margheriti, agronoma e vivaista. “Le autoctone, le nostre mediterranee spontanee e che vengono coltivate anche nei nostri vivai, hanno bisogno di meno acqua e vanno preferite. Sono ad esempio la Fillirea con foglie che somigliano a quelle dell’olivo, il nostro lentisco, i bellissimi cisti con fiori colorati, oppure gli elicrisi e i rosmarini. Anche l’echium, sempreverde con spettacolari fiori a candela viola, i ginepri e i teucrium, ovvero il camebrio e la Euphorbia characias. Questa ultima si comincia a vedere anche nelle aiuole pubbliche per questo motivo”.
“Recentemente si impiegano anche piante australiane e sud africane resistenti alla siccità mescolandole alle nostre, come il callistemone e le piante grasse come l’aloe, perfette per resistere alla siccità e splendide mescolate alle nostre. Infine la strelizia, detta anche l’uccello del paradiso, con fiori che sembrano piume d’uccelli e che fiorisce nei mesi in cui le altre piante sono a riposo”.
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