Il food delivery esplode in Italia sull'onda lunga di quello che da tempo accade in America e nel resto d'Europa. Ormai, tra l'altro per ragioni di minor tempo a disposizione o anche per provare altre cucine, ordinare cibo da farsi recapitare a casa è un'abitudine consolidata anche da noi, trainata dalle tante app a disposizione da piattaforme come Foodora, Deliveroo, il precursore Just Eat che si fanno concorrenza in un business del cibo in piena rivoluzione con volumi di affari notevolissimi. Secondo una ricerca del magazine “TechCrunch”, il settore del food delivery si aggira attorno a un valore economico di 70 miliardi di dollari, di cui 9 sono generati dalle piattaforme di consegna online: in Italia numeri ovviamente più piccoli, 440 milioni la cifra non aggiornata alla crescita esponenziale che nelle grandi città sta avendo negli ultimi mesi.
In Italia c'è da aggiungere poi che la moda del food delivery sta cambiando le tradizioni in tante famiglie abituate ai pasti home made piuttosto che preparati fuori da sconosciuti come quando si va al ristorante. Una vera e propria rivoluzione culturale.
In America sta entrando nel mercato, e arriverà probabilmente in futuro anche da noi, Amazon Fresh, mentre è già a Roma e Milano un altro importante brand, McDonald con il suo settore McDelivery . A Roma in poco più di tre mesi sono state già effettuate oltre 25.000 consegne - e presto farà il suo arrivo anche in altre grandi città con l’obiettivo di coprire velocemente la maggior parte d’Italia. A Milano c'è da maggio e in occasione della Milano Fashion Week ha ideato una campagna di marketing in strada con cibo consegnato direttamente alle fermate dei mezzi pubblici.
Se il food delivery comincia ad interessare le famiglie, di certo ha già conquistato i giovani. Secondo una ricerca internazionale di foodora, aggiornata a settembre 2017, sono proprio gli studenti ad ordinare i propri piatti preferiti in giro per il mondo.
La cucina asiatica è in assoluto la numero uno a livello globale, con il 29% degli ordini totali – alla Hanken School of Economics Finlandese la percentuale sale addirittura a 44%. Unica eccezione in Italia. A Roma a vincere è la pizza (34%) come quella de La Pariolina. Al secondo posto con il 25% degli ordini complessivi troviamo gli hamburger premiati anche dai giovani romani (12%) - se si considera la modalità personalizzata “crea il tuo burger”come quello di Meat Market - in un’alternanza che comprende tradizione locale e street food. Sul podio delle cucine più cliccate internazionalmente la cucina italiana, terza classificata con una media di ordini pari al 14% a livello globale, e che raggiunge il 21% ad esempio a Berlino dove gli studenti dell'Universität der Kunste vanno matti per le insalate e la pasta. Terzo posto diverso anche a Roma, dove si posiziona il sushi (9%), come quello di Sushi & Noodles.
L’indagine rivela inoltre la disponibilità di spesa dei giovani nei vari paesi: il 73% degli studenti paga più di 20 euro per un singolo ordine di food delivery. In alcune città, come Oslo, la percentuale di alto spendenti cresce. Sono il 33% degli studenti disposti a spendere più di 50 euro. Non solo cibo. Secondo la ricerca, il 75% degli studenti mondiali ordina anche una bibita insieme al proprio piatto preferito. A Vienna e Berlino si ordina in media una birra ogni 3 ordini. Gli olandesi invece amano gli smoothies. A Roma vincono i soft drink.
L’indagine ha inoltre rivelato quali sono gli orari in cui gli studenti preferiscono mangiare. Se la cena è solitamente tra le 6 e le 8 di sera, a Berlino, Parigi e Roma gli studenti amano pranzare tra le 12- 13. Gli studenti di Vienna invece danno “il primo morso” della giornata soltanto in tarda mattinata ordinando la colazione tra le 10 e mezzogiorno. A Roma il giorno preferito per ordinare sembra essere il sabato, così come a Stoccolma. La domenica è il momento perfetto a Amsterdam, Helsinki, Oslo, Parigi, Sydney e Vienna, mentre gli studenti di Berlino e Toronto tendono a ordinare di più in alcuni giorni feriali, in particolare rispettivamente il martedì e il venerdì.
Paesi diversi, studenti e corsi di laurea diversi, ma un comune denominatore - abitudini alimentari assolutamente simili.
Just Eat, leader nel mercato presente in Italia dal 2011, ha analizzando a fine agosto 2017 i comportamenti della community di Just Eat in 6 paesi (Regno Unito, Danimarca, Norvegia, Irlanda, Spagna, Canada) elaborando una vera e propria “Mappa del cibo a domicilio all’estero”. Come per i giovani di Foodora anche qui dall’analisi emerge che all’estero chi ordina cibo da consumare a casa preferisce in assoluto la cucina cinese, seguita dalla nostra pizza e dalla cucina italiana, tendenze che mantengono alto l’onore della nostra tradizione culinaria fuori dai confini nazionali. In particolare, il cinese risulta al primo posto nel Regno Unito con uno dei piatti più ordinati, il riso fritto con l’uovo, in Irlanda con le famose nuvole di drago, in Spagna con gli involtini primavera e in Canada con il riso fritto al pollo; la pizza è invece al primo posto in Norvegia con la classica margherita, un trend che è tipico anche in Danimarca dove piace molto anche la stravagante pizza pepperoni (con salame), mentre i piatti della cucina italiana sono ordinati soprattutto dai nostri cugini spagnoli con pizza, tiramisù e lasagne.
La curiosità è che alcune di queste preferenze non si distanziano di molto da quelle degli italiani: in Italia nella classifica delle cucine più ordinate a domicilio cinese, italiano e pizza come protagonisti della top 5 della Mappa del Cibo a domicilio in Italia. In crescita infatti risulta la passione per la cucina greca in Canada, seguita da quella Thai e Indiana che rientrano nelle prime 8 cucine più apprezzate; inoltre la cucina Turca sta conquistando sempre più gli spagnoli, posizionandosi al quinto posto.
Ma come per i nostri connazionali, anche all’estero la cucina locale non può mancare a tavola, anche quando si ordina a domicilio, affermando in alcuni Paesi un forte attaccamento alla tradizionale locale e ad alcuni piatti “must have” di cui non si può fare a meno. Tra i più campanilisti, ci sono i canadesi che adorano il Poutine, un contorno a base di patate e formaggio, gli spagnoli con le note Patatas Bravas, tipica tapas accompagnata da salsa piccante, e gli inglesi con l’intramontabile piatto britannico Fish and Chips, il filetto di pesce bianco fritto in pastella servito insieme ad abbondanti patatine fritte.
Il food delivery significa anche sperimentare cucine di luoghi lontani, e anche questo è un cambiamento culturale in atto in Italia. Molte cucine estere stanno spopolando quando si sceglie il food delivery nel nostro Paese. Tra le città della Penisola più avanti nella sperimentazione di specialità curiose di tutto il mondo c’è Torino con il tequeňos della cucina venezuelana, ovvero bastoncini di formaggio avvolti in pastella fritta, Milano con il piatto etiope degli Zighini doro Alicha e purè di lenticchie, un particolare spezzatino di carne, Roma con Nasi Goreng, il riso fritto indonesiano cucinato con pollo e gamberetti, e infine Palermo con le Dita di Fatima, ricetta tunisina di involtini di carne. Mentre guardando alle cucine estere che già da diversi anni hanno conquistato i palati degli Italiani, troviamo un’insolita Moussaka greca tra gli ordini dei Padovani, il sapore piccante del Chili messicano a Napoli, le verdure cotte e speziate del Sabiji indiano nel food delivery veronese, il bacon cheesburger americano a Firenze e infine un ormai classico riso cinese alla cantonese a Bologna.
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