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La prevenzione dei disturbi alimentari ? Una corretta educazione alimentare e mai diete restrittive

Cosa mettere nel piatto per sostenere la salute mentale

Adolescenti alla mensa scolastica foto iStock.

Redazione Ansa

E' una 'epidemia sociale' : secondo gli ultimi dati della Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare  solo nel 2023 si sono registrati 1.680.456 nuovi casi di disturbi alimentari. Come combatterla? La nutrizione svolge un ruolo fondamentale nella prevenzione dei disturbi alimentari: una corretta educazione alimentare, un approccio non restrittivo al cibo e un sostegno alla salute generale possono contribuire in modo significativo alla prevenzione di questi disturbi sempre più frequenti. 
Ma come si può agire per aiutare a prevenire la comparsa dei disturbi alimentari e qual è il ruolo del nutrizionista in tal senso?
«Il ruolo del nutrizionista è fondamentale per lavorare sulla prevenzione primaria correggendo sul nascere le abitudini alimentari errate. Un altro aspetto sul quale può intervenire è la prevenzione secondaria (diagnosi precoce), indirizzando il paziente e/o i familiari verso un percorso terapeutico corretto. Il nutrizionista inoltre aiuta la rieducazione attraverso una corretta alimentazione, avvalendosi anche della collaborazione di altri specialisti quali psicologi, gastroenterologi, psichiatri, internisti ed endocrinologi. È importante quindi che il nutrizionista agisca anche in modo preventivo» afferma Ilenia Greco, biologa nutrizionista in occasione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata alla sensibilizzazione e informazione sui Disturbi della Nutrizione ed Alimentazione (DNA), il 15 marzo.
INFLUENZA CULTURALE SULLE ABITUDINI ALIMENTARI
«I DNA possono essere visti come un’“epidemia sociale”, ovvero come disturbi psichici che trovano una causa anche nei cambiamenti socio-culturali, tanto da manifestare un disagio o una sofferenza condivisa da una parte della popolazione. Un altro aspetto che può diventare negativo è l’immagine del corpo perfetto, che talvolta viene rappresentata dai social attraverso modelli che emergono e penetrano nella vita sociale influenzando sia i criteri di valutazione di sé che quelli di valutazione degli altri. Inoltre molte persone aspirano a questi ideali e canoni di bellezza e, quando notano di non riuscire a raggiungerli, potrebbero provare vergogna e insoddisfazione per il proprio corpo. E questo porta inevitabilmente a mettere in discussione il modo di mangiare, ritenuto spesso la causa principale dell’insoddisfazione» continua la nutrizionista.
GLI EFFETTI A LUNGO TERMINE DELLE DIETE RESTRITTIVE
Le diete estremamente restrittive spesso limitano drasticamente l’apporto di nutrienti essenziali, portando a uno squilibrio nella dieta. Ad esempio, le diete povere di carboidrati possono privare il corpo di una fonte cruciale di energia, mentre le diete estremamente basse in grassi possono impedire l’assorbimento delle vitamine liposolubili. Questi squilibri possono avere effetti negativi sulla salute, compromettendo il funzionamento del sistema immunitario, il metabolismo e la salute cardiovascolare. Non è da sottovalutare, per esempio, l’aumento di casi di amenorrea ipotalamica nelle adolescenti, dovuta soprattutto ad una alimentazione restrittiva, dove spesso oltre ai macronutrienti, vengono penalizzati anche i micro nutrienti come vitamine e minerali, essenziali per l’apparato riproduttivo.
COME PREVENIRE E RIEDUCARE L’ALIMENTAZIONE
L’introduzione di sane abitudini alimentari può prevenire patologie che possono formarsi anche in età giovanile come l’osteopenia, che è la riduzione di massa ossea dovuta ad un’inadeguata sintesi della matrice a causa della privazione dietetica. In particolar modo alla carenza alimentare protratta nel tempo di calcio, potassio, magnesio e, soprattutto, vitamina D.
Più nello specifico, per rieducare all’alimentazione un paziente è necessaria la presenza di un’equipe multidisciplinare che sia in grado di effettuare una valutazione diagnostica multidimensionale (psichiatrica, psicologica, internistica e nutrizionale) e che possa proporre modelli di trattamento in grado di affrontare la psicopatologia specifica del disturbo e l’eventuale comorbilità psichiatrica, internistica e nutrizionale associata. Il primo passo, spesso il più difficile, è individuare il problema o rendersene conto.
QUALI NUTRIENTI SONO PARTICOLARMENTE IMPORTANTI PER LA SALUTE MENTALE E LA PREVENZIONE DEI DISTURBI ALIMENTARI? ECCO COSA DOVREMMO METTERE NEL NOSTRO PIATTO PER SOSTENERE LA SALUTE MENTALE, SECONDO LA NUTRIZIONISTA:

 1.      Cereali Integrali: carboidrati complessi in avena, riso integrale e quinoa stabilizzano i livelli di zucchero nel sangue e promuovono un microbiota intestinale equilibrato.

2.      Frutta e Verdura: forniscono vitamine, minerali e antiossidanti, promuovendo batteri benefici e riducendo quelli dannosi nell'intestino.

3.      Noci e Semi: ricchi di nutrienti, supportano la funzione cerebrale e nutrono il microbiota.

4.      Acidi Grassi Omega-3: trovati nel pesce grasso, noci e semi di lino, contribuiscono a ridurre il rischio di depressione e ansia.

5.      Proteine Magre: carne magra, pollame e proteine vegetali forniscono amminoacidi per la produzione di neurotrasmettitori.

6.      Prebiotici: fibre non digeribili che nutrono i batteri benefici nell'intestino, riducendo stress, ansia e depressione.

7.      Probiotici: organismi vivi che mantengono la salute del microbiota intestinale e influenzano positivamente l'asse intestino-cervello.

8.      Acqua: mantenere un'adeguata idratazione è essenziale per la salute cerebrale e intestinale.

9.      Cioccolato Fondente: assunto con moderazione, può migliorare l'umore grazie agli antiossidanti.

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