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Acquaponica, ortaggi e frutta sostenibili, zero metalli zero pesticidi

L'azienda più grande d'Europa, The Circle, è italiana

Redazione Ansa

L’acquaponica da coltivazione del futuro a realtà in crescita in un mercato in cui la domanda di sostenibilità è trainante e si stima che questa particolare tecnica raggiunga nel 2024 1,2 bilioni di dollari. Il sistema acquaponico combina la coltivazione di piante fuori suolo e l’allevamento di pesci in un ambiente a ciclo d'acqua chiuso e continuo, simulando i cicli naturali è un sistema che guarda all’agricoltura sostenibile, in quanto vi è la totale eliminazione di fertilizzanti, diserbanti e pesticidi, nocivi sia per l’ambiente sia per l’uomo. 

I pesticidi sono comunemente utilizzati in agricoltura per limitare la proliferazione di malattie e infestazioni da parassiti sulle coltivazioni, tuttavia rappresentano una delle principali cause di inquinamento del suolo e un grave rischio per la salute dell’uomo. A testimoniare l’ancora troppo elevato utilizzo di tali sostanze in agricoltura è l’annuale ricerca condotta da Environmental Working Group1 (EWG), dalla quale è emerso che il 75% dei prodotti freschi, non biologici, venduti negli Stati Uniti, contiene tracce di pesticidi. Tra gli ortaggi e la frutta ad essere maggiormente contaminati troviamo: pomodori, fragole, spinaci, cavolo riccio e verde ed uva. Sebbene in Europa il sistema agricolo presenti standard già piuttosto elevati in termini di sicurezza e qualità, l’ambizione è quella di rendere il comparto agroalimentare ancora più sostenibile. Ecco perché nella strategia messa in atto con il Green Deal Europeo sono stati fissati tra gli obiettivi: la riduzione dell’uso di pesticidi del 50% e dell’uso di fertilizzanti del 20% entro il 2030. 

I benefici dei prodotti di origine acquaponica 
“Oltre che essere stati coltivati senza l’utilizzo di sostanze chimiche, i prodotti da coltura acquaponica non contengono nichel” - afferma il Dott. Domenicantonio Galatà, presidente dell’Associazione Italiana Nutrizionisti in Cucina, docente universitario e consulente scientifico per le aziende - “Il controllo dell’ambiente di coltivazione riduce significativamente il rischio di contaminazione da metalli pesanti.” - continua Galatà.
A supporto, i dati della ricerca pubblicata su “Environmental Science and Pollution Research (2021)” dalla quale è emerso che i livelli di metalli come cadmio, piombo e nichel nei sistemi acquaponici sono significativamente inferiori rispetto ai sistemi agricoli tradizionali. Teoria avvalorata dallo studio “Aquaculture International (2020)” secondo cui la gestione controllata dell'acqua e dei nutrienti presenti al suo interno può limitare il rischio di contaminazione dei prodotti, rendendoli più sicuri per chi ha sensibilità o allergie al nichel. 

“I prodotti di origine acquaponica offrono anche un profilo nutrizionale superiore rispetto ai prodotti coltivati con metodi convenzionali.” - prosegue Galatà. Uno studio pubblicato su “Frontiers in Plant Science (2021)” ha evidenziato che la lattuga coltivata in sistemi acquaponici contiene livelli significativamente più alti di vitamina C e di antiossidanti rispetto a quella coltivata in suolo. 

In conclusione quindi “I prodotti acquaponici sono per una dieta sana ed equilibrata, non solo per il loro alto contenuto nutrizionale, ma anche perché sono generalmente privi di nichel o ne contengono quantità molto basse. Questo li rende particolarmente indicati per persone con allergie o intolleranze. La freschezza e la qualità organolettica superiore di questi prodotti li rendono ideali per una varietà di ricette, offrendo al contempo benefici significativi per la salute.” - ribadisce Galatà. 

Come consumare i prodotti acquaponici 
Le modalità di consumazione delle verdure e le erbe da coltivazione acquaponica sono le stesse dei prodotti da agricoltura con sistemi tradizionali. Possono essere, infatti, consumati sia freschi in insalata o come decoro o aroma dei propri piatti, sia come base per sughi o pesti. 

In Italia esiste il più grando impianto acquaponico d'Europa. “All’intento del nostro impianto, che ha raggiunto la dimensione produttiva totale di 12.500 mq, coltiviamo insalata, leaves di IV gamma altamente selezionata come rucola, senape, mizuna, spinacio e altre tipologie erbe aromatiche come basilico a foglie piccole, basilico rosso e origano. La varietà di prodotti che possono essere coltivati con sistemi di acquaponica è molto elevata, l’unico limite è la compatibilità con la crescita all’interno di torri verticali e non a suolo, che vede ad essere preferiti, almeno per il momento, erbe e verdure dal peso non elevato.” -spiega Thomas Marino, co-founder di The Circle. L'azienda romana,  fondata nel 2017 da Valerio Ciotola, Simone Cofini, Lorenzo Garreffa e Thomas Marino, classe 1992, ha attirato l’attenzione di alcuni dei maggiori player del settore ristorazione tra cui Il Pagliaccio, Acquolina, Bulgari, Roscioli, Imàgo, Il Giglio in Toscana, Glass, All'oro, Cracco Portofino, Luciano Cucina Italiana, Seu e decretato l’ingresso dei trasformati nella GDO grazie ad un’importante partnership con Gruppo CR. The Circle è tra le 10 startup selezionate per rappresentare le innovazioni italiane nell’ambito della filiera agroalimentare all’Italian Agri-Innovation for Sustainability e tra le migliori 500 realtà FoodTech al mondo. 

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