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Giapponizzati. tutti i designer influenzati dal Sol Levante

Da Marras a Gattinoni in una mostra

Redazione Ansa

Nel Castello di Santa Severa, tra antichi Kimono giapponesi e obi provenienti da collezioni private, s'inseriscono 40 creazioni di note maison e designer, come Antonio Marras, Gattinoni, Comme des Garcons, Maurizio Galante, Issey Miyake, Yohji Yamamoto, e agli esordi come Tiziano Guardini, Italo Marseglia, Ivan Donev, Santo Costanzo, Alessandra Giannetti, Silvia Giovanardi, Tommaso Fux. Inoltre, anche marchi tra arte e moda come Noh (Anna Rotella in collaborazione con Marco Carac e Fabio Truffa) e Dedalus Art. Sono i Giapponizzati, gli stilisti influenzati dalla cultura del Sol Levante.

A loro  è dedicata una mostra a cura di Stefano Dominella aperta dal 27 ottobre al 15 gennaio 2018 nelle sale del Castello di Santa Severa, restaurato da poco. Non manca anche l'omaggio al teatro con i costumi provenienti dagli archivi storici del Teatro dell'Opera di Roma e di Annamode, tappeti e tessuti giapponesi e sculture ispirate ai manga realizzate da Federico Paris. 

L'esposizione parte dal movimento del giapponismo, scoppiato nei primi del Novecento in Europa, ma anche dall'intreccio di diverse culture che hanno dato luogo ad altri fenomeni economici e di costume. Punto di partenza è il viaggio di Hasekura Tsunenaga, primo samurai-ambasciatore giapponese, convertito al cristianesimo, che nel 1615 arrivò in Italia indossando sontuosi drappi indiani e cappelli dell'epoca romana.

L'ambasciatore fu ospitato proprio nel Castello di S. Severa. Tsunenaga, partito nel 1613 dal Giappone, era stato mandato a Roma per incontrare Papa Paolo V. Il suo viaggio fu l'unica visita diplomatica, durante gli anni delle grandi navigazioni, dell'Asia Orientale all'Occidente. L'esotismo giapponese è stato tema che ha ispirato la moda ma anche la letteratura, la musica, il teatro, l'arte. Con il giapponismo la moda femminile cambiò profondamente.

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