Un Roberto Capucci inedito rispetto al suo primato di couturier d'alta moda che lo ha reso famoso nel mondo. E' 'Capucci dionisiaco - Disegni per il teatro', mostra ospitata dal 9 gennaio al 14 febbraio 2018 nelle sale dell'Andito degli Angiolini di Palazzo Pitti a Firenze.
La rassegna, curata dallo stesso Capucci e realizzata in occasione del 93/o Pitti immagine Uomo dalle Gallerie degli Uffizi in collaborazione con la Fondazione Cr Firenze, si compone di 72 opere su carta di grande formato (cm 70 x 50), una galleria di costumi maschili per il teatro che, sin dagli anni Novanta e nel più assoluto riserbo, spiegano gli organizzatori, "gli sono stati ispirati dall'idea di una messinscena onirica, dando libero sfogo a un'inesausta fantasia d'artista affrancato dalle mode e dalle ribalte internazionali di tutti i tempi".
Un insieme di "follie" - come lo stesso Capucci afferma - e che non a caso ha scelto di presentare a Firenze, la città dove ha debuttato nel 1951 con una sfilata "a sorpresa" nell'ambito della First Italian High Fashion Show organizzata dal marchese Giorgini e dove, nel solco di un'imperitura tradizione artistica e culturale, "sempre aperto è il dialogo fra passato, presente e futuro". "I punti focali di ogni figura - ha scritto Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, nel suo testo in catalogo - sono soprattutto la testa e i fianchi, dove si concentra il colore, da dove partono sbuffi e girandole, nastri e piume, elmi e carapaci imprevedibili per l'osservatore, ma certo non per l'autore, che nella precisione e nella qualità calligrafica del segno sembra tradurre sulla carta un progetto quasi ingegneristico, comunque già perfettamente sviluppato nella mente e senza ripensamenti. La creatività si unisce al rigore della materia: un Capucci dionisiaco, sì, ma con ferrea disciplina". Il titolo della mostra, Capucci dionisiaco, è suggerito dal carattere misterioso e ambiguo che connota i costumi maschili presentati.