Parigi ricorda con una mostra il couturier tunisino Azzedine Alaia, scomparso il 18 novembre scorso, all'età di 77 anni. In Rue de la Verriere, dove ha sede l'Associazione Azzedine Alaia, da lui stesso fondata (insieme a Christoph Von Weyhe e all'amica Carla Sozzani) nel 2007 per preservare il suo lavoro, va in scena la mostra 'Je suis couturier', con 41 abiti delle sue collezioni haute couture e pret-à-porter, selezionati da Olivier Saillard (è aperta al pubblico fino al 10 giugno). Proprio gli abiti sono le creazioni che monsieur Alaia non ha mai smesso di perfezionare nel corso della sua carriera.
"Mi piacciono quando sono belli, senza tempo, con pochi dettagli o ornamenti e in colori puri, che non invecchiamo mai - diceva - Più semplici sono, più sono difficili da creare". Fin dal suo arrivo a Parigi Alaia ha meticolosamente e accuratamente conservato ogni sua collezione di haute couture e pret-à-porter; "Il passato è chiaro, il futuro è oscuro", diceva.
Negli anni ha così costruito un importante archivio di documenti e pezzi storici, non ha mai smesso di acquistare abiti, costumi e pezzi unici. Così ecco una selezione con i suoi abiti più iconici, quelli creati negli anni Ottanta fino ma anche i più recenti, nei colori da lui più amati: il nero puro e il bianco gesso, che tanto gli ricordavano i suoi anni di scuola alle Beaux-Arts di Tunisi. Che fosse cotone grezzo o prezioso chiffon, Alaia sapeva come modellare il tessuto, dando vita ad abiti indimenticabili; lavorava seguendo, in ogni fase del processo creativo, la grande tradizione degli architetti designer del XX secolo: dall'ideazione del capo fino al suo assemblaggio. Da Madeleine Vionnet a Cristobal Balenciaga. All'anteprima della mostra hanno partecipato i suoi amici più stretti, tra cui anche Naomi Campbell, Farida Khelfa, Cindy Crawford con la figlia Kaia Gerber. E' certo che questa sarà la prima di una lunga serie di mostre, come è nelle intenzioni dell'Associazione Alaia, con la mission di rivelare l'ambizione di colui che, per tutta la sua vita, è stato sempre orgoglioso di dire di se stesso "Sono un couturier".