A Linate dicono che non sono pochi gli stranieri che, arrivando a Milano, chiedono: "ma è l'aeroporto di Armani?". E' dal 1996, infatti, che sull'hangar dell'hub cittadino brilla il logo in bianco e nero dell'Aquilotto, simbolo della linea Emporio.
Quando il maxischermo alle spalle del palco si accende su una vista dall'alto di Milano, lo show decolla, con le collezioni per lui e per lei per la prima e pare unica volta in passerella insieme. E con una location così, il tema non poteva essere che quello del viaggio, a partire dai tessuti, che hanno una consistenza aerea nei blazer da donna destrutturati, negli abiti da uomo fluidi, nei trench lunghi. Per muoversi veloce, lui indossa bermuda in vinile (ma non dimentica la giacca, boxy o comoda come una maglia), lei opta per tute drappeggiate senza spalline o pantaloni fluidi ripresi al ginocchio portati con top scintillanti. Tutto è svelto, giovane: l'abito lungo portato con il maxizaino e il giubbino di denim lungo, il completo maschile con il cappellino sportivo con la visiera. Per la sera, abitini verde acido o blu elettrico incrostati di cristalli e con il corpino logato, ma anche shorts di paillettes, che osa anche lui, insieme alla giacca con ricami che ricordano gocce d'acqua. Quando si spengono le luci, Armani è una rapida visione: partono le note di 'Let me entertain you' e Robbie Williams travolge tutti con la sua irriverenza. Prima mostra il lato B alzando velocemente il kilt, poi omaggia l'amico George Michael, scomparso nel 2016, con una cover di 'Freedom': "Io non sono omosessuale. Però, per il mio George Michael - dice - lo sarei stato almeno un pochino. Mi manchi George". E poi via con una carrellata di successi, da 'Love my life', dedicata ai figli, a 'Monsoon', passando per un duetto a sorpresa con il padre e un siparietto con un'ospite, fino all'omaggio ad Armani, "leggenda vivente", cui dedica 'My way'.
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