E' un modernismo magico, ispirato all'opera dell'artista Sophie Taeuber Arp, quello che sfila in passerella per l'autunno inverno firmato Max Mara. "Dopo tutto quello che abbiamo vissuto - dice il direttore creativo Ian Griffiths, prima della sfilata che ha aperto il secondo giorno della Milano Fashion Week - la donna è motivata a vestire qualcosa di nuovo solo se ha un certo senso di magia". Lui l'ha trovata nella prima mostra vista dopo il lockdown, quella dedicata alla Arp dalla Tate Modern di Londra. Nelle marionette e nei costumi disegnati per la sua opera più famosa, 'King Star', ha visto quei personaggi fiabeschi da cui sono nate le nuove silhouette per il prossimo inverno, nei paesaggi alpini che erano casa dell'artista ha identificato lo spirito della collezione, tra le sue tappezzerie ha scelto le stampe di stagione. Certo, è strano parlare di arte e moda nel giorno in cui la Russia ha attaccato l'Ucraina, ma "negli ultimi anni abbiamo vissuto tante cose brutte, dobbiamo superare anche questa situazione, ovviamente senza essere superficiali, il nostro compito nella moda - sottolinea Griffiths - è aiutare la gente a superare le paure, aiutare la donna a essere pronta per qualsiasi situazione, mandando un messaggio di speranza". Ed ecco in passerella una collezione tutta basata sul gioco di opposti: mini e maxi, micro e macro, skinny e oversize. Le microgonne di nylon trapuntato si portano con i cuissard piatti di maglia con imbottiture anatomiche, che tornano nei maglioni in mohair, i pantaloni sono ampi, in lana o nylon, gli abiti sono senza misure, lunghi o corti, come i cappotti. Immancabile il teddy bear, che diventa anche tunica, pantalone e addirittura uno short e si porta persino sotto al piumino oversize. Accessorio immancabile, la cagoule di lana, tra freddo e mistero.
Elemento dada, la cerniera oro pallido, che chiude giacche sartoriali e cappotti maschili, percorrendo spacchi e tasche.
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