I suoi motivi a fiori grandi, ripetuti e dai colori accesi, con girasoli, peonie, rose, papaveri e ogni tipo di fantasia floreale, lo hanno reso celebre in tutto il mondo. Oggi l'arte e la creatività di Ken Scott sono racchiusi in un volume fotografico, edito da Rizzoli Illustrati per Mondadori Electa, che è la prima monografia esaustiva sullo stilista, nata in collaborazione con la Fondazione Ken Scott, e con il supporto di Mantero Seta e di Gucci.
Nato a Fort Wayne, in Indiana, nel 1918, dopo gli studi a New York, dal 1946 si è trasferito in Europa, prima a Parigi e in Costa Azzurra per poi approdare in modo definitivo a Milano nel 1955. È proprio nella Milano del boom economico che fonda il marchio Falconetto e rivoluziona il mondo dei tessuti e l'uso delle stampe. Recentemente l'archivio Ken Scott, ora custodito presso Mantero Seta, è stato riportato sotto i riflettori attraverso la collaborazione con Gucci per la collezione Epilogue di Alessandro Michele, intervistato anche nel libro, che presenta oltre 600 immagini d'archivio. La Fondazione Ken Scott è stata creata nel 1988 da Ken Scott stesso, morto nel 1991, e dal 2020 l'archivio si trova presso l'azienda tessile Mantero Seta che, dal 2019, è titolare del marchio e licenziataria del suo patrimonio artistico. Qui sono raccolti oltre 8000 disegni originali oltre 500 quadri ed elementi in cornice, e più di 1000 capi d'abbigliamento.
“One day I started designing fabrics; that was the end of my painting career“ : Ken Scott scelse come base Milano - capitale della Moda Italiana - anche per la vicinanza al distretto tessile di Como . Famoso come disegnatore di tessuti, dotato di un talento speciale per i colori e capace di creare una vera rivoluzione del gusto, alla creatività univa grandi competenze tecniche. Per primo osò stampare i suoi disegni su tessuti artificiali e inediti inventando una moda “facile da usare” che si lavava a mano, asciugava in fretta, non doveva essere stirata e si compattava in valigia. Versione chic del flower power, Scott prediligerà linee molto semplici e dritte per i suoi capi, in modo da esaltare ed equilibrare l’esuberanza della stampa.
Ken Scott fashion designer rivela in modo eclatante il suo carattere di anticipatore. Le sue sfilate sono veri e propri show; negli anni ’70 le sue modelle si muoveranno sotto una tenda da circo in abiti da zebra, da leopardo o da giraffa. Sono anni incandescenti e Ken Scott cura ogni aspetto dei suoi eventi: mood, allestimenti, coreografia, accessori, inviti. Dalla Sala Bianca di Palazzo Pitti dedicata alle “coppie di amanti storici”, al Palazzetto dello Sport di Roma, dal Circo Medini sull’Appia Antica - dove Ken si improvvisa presentatore in veste di domatore - al Piper di Roma, dove sviluppa il tema food in collaborazione con Findus: da ogni evento emergono, indimenticabili, un temperamento istrionico e uno spirito creativo straordinario.
Eats & Drinks è il ristorante che Ken Scott apre nel ’69, a Milano e dove tutto - dalle piastrelle alle forchette, dai bicchieri agli sgabelli, dai piatti alle lampade - è disegnato da lui, dimostrazione concreta e stupefacente del suo non avere limitazioni nell’ambito dell’arte applicata. Capace di anticipare inconsapevolmente l’esplosione del food mood dei decenni successivi, Ken Scott crea un vero e proprio monumento all’eleganza del palato. Una passione, quella del cibo, celebrata anche con la collezione “gastronomica” PE 70 con abiti cocomero e stampe di rigatoni giganti, formaggi a buchi, uova al tegamino e polli ruspanti in uno stile tra il Dada e il Pop.
Ken Scott, il 'giardiniere' della moda precursore delle sfilate happening
Archivio custodito presso Mantero Seta, una monografia lo rivela