Michelle Yeoh ha vinto il premio Oscar quest'anno per il suo ruolo di donna tenacissima e resistente in Everything Everywhere all at once dei Daniels.
60 anni, tanti film d'azione tra cui Avatar e d'autore come La tigre e il dragone e Memorie di una geisha, l'attrice originaria della Malesia guida la carica di una generazione di asiatici cui finalmente Hollywood presta attenzione.
Yeoh, con una carriera di 40 anni alle spalle, dice che "gli artisti asiatici sono stati ignorati per troppo tempo, ma sono fiduciosa per il futuro. La prima volta che sono venuta a Cannes è stato per La Tigre e il dragone di Ang Lee, un grande successo al botteghino nel mondo, ma all'epoca era abbastanza ovvio che Hollywood non era pronta a riconoscere il valore degli attori asiatici, ebbe 10 nomination agli Oscar ma nessuna per le interpretazioni". In questi ultimi 20 anni sono usciti , sottolinea, "tanti fantastici film asiatici, cinesi usciti. Ma se guardi ai premi, a Cannes, agli Oscar magari hanno candidature per film o regia, mai per gli attori, un po' strano no?". L'inversione di tendenza è recente, e la riguarda: Michelle Yeoh con l'Oscar è diventata una paladina della diversità al cinema, "e continuerò a lottare per un cinema accessibile a tutti. La cosa più importante che ha fatto è aver generato un tale orgoglio con la nostra gente", ha detto Yeoh, prima attrice asiatica a vincere il premio per la migliore attrice, e solo la seconda donna di colore, dopo la vittoria di Halle Berry nel 2002. "Il giorno in cui ho vinto ho sentito onestamente il ruggito di gioia che proveniva da quell'angolo di mondo. E non ho ancora smesso. Quando ci sono così pochi ruoli in passato è così competitivo. Se tu ottieni il lavoro, io non avrò il lavoro. Ma ora dobbiamo cambiare mentalità. Se ho successo, puoi avere successo". Il successo di Everything Everywhere All At Once è la prova che la narrazione diversa dovrebbe essere abbracciata e che il pubblico è interessato a nuove idee. Ha però smentito le voci di un sequel.
La svolta a suo dire è stata Crazy & Rich (Crazy Rich Asians), un film del 2018 (visto anche su Netflix), un tale successo globale che ha costretto i dirigenti di Hollywood a cambiare mentalità. "Non sarei seduta qui oggi senza quel successo".
Il prossimo passo? "La cosa migliore che è successa è che ricevo una sceneggiatura che non descrive il personaggio come una persona dall'aspetto cinese o asiatico", ha risposto. "Noi siamo attori. Dovremmo entrare nei ruoli che ci vengono dati e fare il nostro lavoro nel miglior modo possibile. Questo, per me, è il più grande passo avanti. La mia speranza è fare un percorso non solo per me, essere in grado di negoziare per una migliore paga e ruoli migliori, ma anche per gli altri".
"Per troppo tempo, noi donne siamo state lasciate fuori dalle stanze e dalle conversazioni. Ci è stato detto che la porta ci è chiusa. (...) Le nostre idee sono infinite. La nostra passione è infinita. E siamo venuti a buttare giù quella porta", ha detto ricevendo il premio. Rivolta alla platea dei cineasti della giuria del festival e agli ospiti, tra cui Isabelle Huppert, Leonardo Di Caprio, Salma Hayek Pinault, Alfonso Cuaron, Kaouther Ben Hania e Hirokazu Kore-eda ha detto: "Continuate a combattere. Continua a spingere. Continua a raccontare le tue storie. Le vostre voci sono importanti e la vostra visione è vitale. Perché non sto su questo palco da sola".
Michelle Yeoh, ignorata per anni, ora lotto per tutti
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