Fendi apre le porte della nuovissima fabbrica della pelletteria a Capannuccia, alle porte di Firenze, per una sfilata che è una vera e propria riflessione sul concetto di lavorazione artigianale ma anche un ritorno storico nel capoluogo toscano, dove Adele Fendi si recò quasi un secolo fa ad imparare l'arte della pelletteria. "Questo è un posto simbolico perché mia nonna Adele, appena finiti gli studi, venne in Toscana, dove aveva dei cugini, a imparare il mestiere - spiega Silvia Venturini Fendi, direttrice artistica delle linee uomo e accessori della maison -.
Una storia che ha portato la maison ad aprire questa nuova e grande fabbrica per la pelletteria, dove oggi lavorano 400 addetti (l'idea è di arrivare a 700 dipendenti) e dove si trova una scuola che forma gli artigiani: 4 anni per imparare a fare una borsa da soli. Qui, oggi, si è svolta la sfilata della collezione uomo primavera-estate 2024: Fendi è special guest di Pitti Uomo 104. Una sfilata allestita proprio all'interno della catena di lavoro, dove si trovano le postazioni e i macchinari usati dagli artigiani.
"Vengo qui spesso e mi piaceva l'idea di condividere questo spazio perché penso che in un ottica di trasparenza sia giusto sapere come sono fatte le cose - spiega sempre Silvia Venturini Fendi -. Penso che questa fabbrica sia concepita in questa ottica, è tutto trasparente. Queste persone sono il cuore della nostra attività, tutto nasce qua, per la pelletteria". In passerella 57 look ispirati agli artigiani, al concerto di lavoro, per un workwear contemporaneo. Le forme sono semplici, pulite, per abiti pratici. Tanto che il primo look ricorda proprio il camice da lavoro, ma ci sono anche camicie senza maniche o con le maniche arrotolate, c'è anche quella col dettaglio del metro da sarta. "Questi sono uomini che lavorano, devono stare comodi", spiega la direttrice artistica. In cotone e pelle, le tasche a toppa delle cinture da lavoro appaiono in tutta la collezione. Ed è legata al luogo anche la palette cromatica, fatta di colori come terracotta o salvia. Nasce anche la maglieria in fibra di ortica, tinta utilizzando pigmenti naturali come acacia, ginepro, hennè, papavero. Ci sono anche lino, cotone, seta.
Gli accessori celebrano l'alto artigianato: borse pranzo in jacquard, valigie, borsoni con ricami, oltre a Baguette e Pekaboo in tessuti conciati al vegetale. Nasce anche una collaborazione con l'architetto giapponese Kengo Kuna, con cui sono state create le borse Pekaboo e Baguette Soft Trunk e le sneakers Flow in carta waranshi, bambù intrecciato, corteccia di betulla e ulivo toscano. E per sottolineare ancora di più l'importanza del messaggio, Silvia Venturini Fendi esce a fine sfilata accompagnata dagli artigiani che lavorano nella fabbrica. Tra gli ospiti in prima fila anche l'attore Louis Garrel. (ANSA).
Gli artigiani di Fendi sfilano in fabbrica
Ritorno a Firenze dove Adele Fendi imparò arte della pelletteria