- Il tradizionale kimono giapponese si trasforma in nuove versioni iper contemporanee, firmate dai giovani studenti del Bunka fashion college di Tokyo, istituto di moda fondato nel 1919,300.000 allievi fino a oggi, tra cui Kenzo Takada e Yohji Yamamoto.
Lineapiù Italia - che già in passato aveva collaborato con il Bunka fashion college di Tokyo - ha varato una open call per invitare gli studenti di maglieria a confrontarsi con nuove maniere di interpretare i filati: dopo mesi di lavoro, sono stati selezionati alcuni capi, portati poi in mostra a Firenze e realizzati con i filati Lineapiù e Filclass. "Il Giappone rappresenta non solo un Paese dalla cultura enigmatica e piena di fascino, un luogo carico di suggestioni e ispirazioni - spiega afferma Bastagli - ma è stato una parte importante del mio personale percorso di crescita professionale, essendo stato il primo Paese che ebbi la fortuna di conoscere a fondo e verso cui sviluppai le mie prime attività di imprenditore". Tra i modelli in mostra, anche un abito che propone gli ideogrammi su Carta Washi: è il caso di due filati che mettono in mischia la più nobile carta giapponese abbinandola a una viscosa per farne una sottile rafia dal look naturale, filati che paiono strisce su cui scrivere. L'idea è della stilista Naira Khachatryan, mentre l'artista Federico Paris (che, tra le varie cose, ha realizzato accessori per la casa di moda Schiapparelli e sperimentato dei tessuti resinati per Christian Dior) è intervenuto utilizzando l'arte della calligrafia giapponese shodo per arricchire di segni grafici e messaggi la trama di maglia. Impresse sull'abito ci sono una serie di parole che esprimono il Dna dell'azienda, tra cui ascolto, rispetto, innovazione, sostenibilità, solidarietà. (ANSA).
Lineapiù Italia, tributo alla cultura giapponese
In mostra kimono e abito con ideogrammi su carta Washi