Nell'anno della celebrazione dei rispettivi anniversari, Vanity Fair Italia (20°), Francia (10°) e Spagna (15°) hanno unito le forze in un eccezionale progetto che riflette sul mito della bellezza come elemento determinante dello Zeitgeist culturale degli ultimi decenni. "A posteriori, la loro uscita dal panorama della moda e l'arrivo di una bellezza meno perfetta hanno rappresentato l'inizio del cambiamento.
Per diversi mesi, i fotografi Luigi & Iango hanno attraversato il mondo, da New York a Milano a Parigi, alla ricerca delle modelle più iconiche del secolo scorso. Il risultato è un'accattivante servizio in bianco e nero che tratteggia il percorso della bellezza nel corso dei decenni attraverso i volti che sono stati uno dei primi attacchi al patriarcato, al mondo governato soltanto dagli uomini.
Le top model, infatti, hanno preso in mano il potere fino a diventare più famose persino degli stilisti e dei marchi di moda e bellezza per cui lavoravano. Inoltre, per completare l'esplorazione del mito della bellezza, all’interno del numero di Vanity Fair anche un saggio del filosofo francese Ollivier Pourriol, che approfondisce il rapporto tra la moda e lo Zeitgeist, lo "spirito dell'epoca", utilizzando spunti di riflessione di filosofi come Hegel e Nietzsche.
Il pezzo spiega come figure iconiche come Naomi Campbell e Cindy Crawford, magistralmente immortalate dal fotografo Peter Lindbergh, abbiano incarnato non solo la bellezza ma anche il potere e la cultura del mondo occidentale post-Guerra Fredda. E come la loro presenza in collaborazioni con artisti come George Michael abbia ulteriormente solidificato il loro status di icone culturali. Pourriol esamina le ironie dell'industria, tra empowerment e aspettative del pubblico, sottolineando la complessità della loro influenza sulla società.
"La loro fortuna è che, avendo incarnato ideali di bellezza irraggiungibili per i comuni mortali, non devono nemmeno temere di veder scomparire la loro bellezza, perché, appunto, i tempi sono cambiati con loro, e stanno invecchiando in un momento in cui l'idea stessa di ideali di bellezza viene messa in discussione: il nostro Zeitgeist è ora incentrato sull'inclusività, sulla diversità, sul positivismo del corpo" afferma Olivier Pourriol. "La vecchia idea di perfezione, rappresentata da questi modelli iconici, è l'ultimo pezzo di un grande puzzle della nuova bellezza, un luogo in cui tutti sono inclusi: top model, corpi non conformi, diversi orientamenti sessuali, diversi tipi di colori della pelle. La bellezza oggi è libertà e inclusione. Tutto il resto non è bellezza, è un prigione" conclude Simone Marchetti.
Le modelle che hanno fatto la storia della moda tutte in una cover
Vanity Fair celebra Twiggy, Naomi e le altre in un portfolio di 50 pagine