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Il tailoring sovversivo di Fendi tra Londra e Roma

In passerella blitz animalista della Peta

Redazione Ansa

London calling per Fendi: il direttore creativo Kim Jones unisce la sua idea di eleganza disinvolta delle sottoculture inglesi degli anni 80 alla nonchalance così tipicamente romana, per portare in passerella, con la collezione per il prossimo inverno, la sua visione del marchio della doppia F, ossia: "il modo in cui si veste una donna che ha qualcosa di sostanziale da fare. E può divertirsi mentre lo fa".
Tutto, con in mente una musa, interprete per eccellenza dello stile della maison: "Ricordo che quando incontrai per la prima volta Silvia Venturini Fendi - racconta lo stilista - indossava un abito utilitario molto chic - quasi un abito safari. Questo ha plasmato fondamentalmente la mia visione di cosa sia Fendi".
Una visione incastonata in uno show incorniciato da un susseguirsi di tendaggi, a disegnare piccole stanze, con ospiti internazionali come l'attrice Jessica Biel e un fuori programma all'inizio della sfilata, quando un'attivista della Peta ha fatto irruzione in passerella mostrando le scritte "Indossa la tua di pelle" e "Volta la schiena alla pelle animale" disegnate sulla pelle nuda e un cartello con lo slogan "Gli animali non sono vestiti". La giovane è stata subito bloccata dalla security dello show, come si vede nel video dell'azione contro l'uso delle pellicce da parte della maison romana del gruppo Lvmh, postato da Peta. E' un "tailoring sovversivo" quello protagonista della proposta in scena oggi, nata "guardando negli archivi Fendi il 1984. Gli schizzi - racconta Jones - mi hanno ricordato la Londra di quel periodo: i Blitz Kids, i New Romantics, l'adozione dell'abbigliamento da lavoro, lo stile aristocratico, lo stile giapponese. È stato un momento in cui le sottoculture e gli stili britannici sono diventati globali e hanno assorbito influenze globali. Eppure, con un'eleganza britannica disinvolta e fregandosene di quello che pensano gli altri, qualcosa che si accorda con lo stile romano", soprattutto nel caso di Fendi, che "ha un background nell' utility". E "Il modo in cui si veste la famiglia Fendi, è davvero con un occhio di riguardo su questo tipo di stile". Ecco così, ad aprire la passerella, cappotti severi e compatti e giacche sagomate. E poi l'irruzione di finti maglioni posati sulle spalle, di pezzi di pull cuciti sulle camicie, di zip che percorrono il retro di abiti e gonne, di stampe di antiche statue romane che decorano tubini e bluse leggeri, abbinati ad altissimi stivali di pelle.

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