Prende il via nello storico deposito dei tram di via Messina, a Milano, il nuovo capitolo di Tod's, aperto dal debutto in passerella della prima collezione firmata dal nuovo designer Matteo Tamburini.
"La location - spiega il patron di Tod's Diego Della Valle - rappresenta la Milano della ripartenza di allora.
E parla di movimento anche la prima collezione firmata da Tamburini: "Matteo - racconta ancora Della Valle - è arrivato in azienda un mese e mezzo fa. Noi ci occupiamo da sempre di buon gusto, qualità e artigianalità e credo lo possa interpretare nel migliore modo possibile. Non mi dispiace che Matteo sia un ragazzo italiano partito da provincia, è un buon esempio per i giovani che vogliono mettersi in cammino e fare qualcosa. La sua missione è occuparsi di lusso e qualità con un punto di vista nuovo, un lusso un po' destrutturato".
Missione compiuta: per la sua prima collezione per Tod's, Tamburini ha scelto "un linguaggio che parla di italianità in modo nuovo - racconta il designer classe'82, marchigiano come il brand - con una dualità tra l'approccio borghese e quello dinamico". Il designer è ripartito dai capi classici del guardaroba per rileggerli in una nuova ottica: la giacca di lana inglese con la fodera di cotone, la camicia più classica lavorata a doppio strato, il twin set borghese portato a 4 strati uno sopra altro, il trench ingigantito in cotone o nappa, il peacot di pelle con inserti di feltro, la field jacket in pelle anch'essa oversize, la mantella avvolgente bordata di pelle, il tubino anch'esso di pelle con le frange sul dorso. Gli abiti sartoriali in twill di lana hanno pantaloni a sigaretta con grandi risvolti e giacche senza collo o monopetto, rubate al guardaroba maschile. E poi gli accessori, anima del brand, con le nuove borse morbidissime pronte da mettere in valigia, il gommino e il mocassino rivisitati con una sottile fascia in metallo o sottili frange, gli stivali, di ispirazione motociclista, in pellami spazzolati. (ANSA).
Nel deposito dei tram sfila il nuovo capitolo di Tod's
Matteo Tamburini rilegge con dinamismo le icone del brand