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Le opere di Miranda July in mostra a Tokyo

Fondazione Prada ospita la prima personale dell'artista

Redazione Ansa

 "Miranda July: F.A.M.I.L.Y." è il titolo della mostra organizzata da Prada Aoyama a Tokyo, dedicata all'artista, attrice e scrittrice statunitense.
    L'esposizione, inaugurata l'8 maggio, realizzata con il supporto di Fondazione Prada, è in programma fino al 26 agosto.
    F.A.M.I.L.Y. è la prima esposizione in Giappone realizzata dall'artista, regista e scrittrice americana Miranda July. Il progetto è presentato contemporaneamente alla sua prima mostra personale "Miranda July: New Society" all'Osservatorio Fondazione Prada a Milano fino al 14 ottobre. Il 17 luglio prossimo Miranda July e la curatrice Mia Locks saranno le protagoniste di una conversazione a Prada Aoyama.
    "Con F.A.M.I.L.Y. (acronimo di Falling Apart Meanwhile I Love You) - spiega Mirada July, mi sto impegnando a mantenere fisicamente e pazientemente una delle promesse di Instagram: essere guardati con così tanto amore da sentirci finalmente bene".
    La mostra di Tokyo, curata da Mia Locks, presenta l'ultimo lavoro di July F.A.M.I.L.Y. (Falling Apart Meanwhile I Love You), un'installazione video multicanale che documenta la collaborazione di un anno tra July e sette performer su Instagram.
    I partecipanti inviano i loro video in risposta a una serie di richieste dell'artista, che li riunisce virtualmente nel suo studio grazie a uno strumento di editing video di un'app social.
    Il risultato è una sequenza di performance surreali nelle quali July e i partecipanti al progetto indagano i concetti di intimità e di confine attraverso un linguaggio fisico totalmente inedito. Suoni tattili curiosamente realistici, realizzati dal sound designer con cui July collabora per i propri lungometraggi, amplificano un senso di inquietudine.
    I progetti di Milano e Tokyo sono accompagnati da una pubblicazione illustrata della serie Quaderni, pubblicata da Fondazione Prada, che contiene una conversazione tra Miranda July e Cindy Sherman e un saggio della curatrice delle due mostre Mia Locks. (ANSA).
   

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