Per gentile concessione di Roi Edizioni pubblichiamo un brano dedicato alla storia di Coco Chanel, tratto dal libro di Andrea Fontana, 'Storie che incantano. Il lato narrativo dei brand'.
Ecco il brano:
"La storia di Coco Chanel inizia come devono iniziare tutte le storie che si rispettino.
C'era una volta una bambina che nascose le sue umili origini per tutta la vita, e preferì inventarsi la propria leggenda.
Così inizia Coco, il primo dei video di Inside Chanel dedicati alla stilista, e fin dalle prime parole capiamo subito che, in effetti, più che di storia è meglio parlare di leggenda.
Con questo linguaggio, simbologia e stile è narrata la storia di Coco, abbandonata dai genitori in orfanotrofio e diventata un'icona di stile.
Tutta la storia personale di Coco contribuisce alla costruzione mitica del suo personaggio. La riporto qui integralmente, perché sarebbe impossibile tralasciare degli elementi ed evidenziarne altri.
Tutti i temi trattati, le parole utilizzate, gli accenni velati restituiscono un grande affresco che è la storia di valore raccontata da Chanel.
La colonna sonora, la voce incalzante del narratore e le animazioni utilizzate contribuiscono a creare un immaginario potente dal quale ti invito a lasciarti ammaliare in prima persona gustandoti il video.
C'era una volta una bambina che nascose le sue umili origini per tutta la vita, e preferì inventarsi la propria leggenda.
C'era una volta Gabrielle Chanel, nata nel segno del Leone, da un venditore ambulante e da una lavandaia, che morì a 32 anni provata dalla vita.
C'era una volta un padre che abbandonò i suoi cinque figli e mandò le tre sorelle in un orfanotrofio. A dodici anni, Gabrielle non l'avrebbe mai più rivisto. Da allora raccontò sempre che era andato in America in cerca di fortuna.
C'era una volta un orfanotrofio dietro le mura di un convento: l'abbazia di Aubazine, dove Gabrielle visse quasi sette anni. La purezza romanica di questo mondo ascetico le avrebbe ispirato un senso di austerità e l'amore per il bianco e il nero, mentre l'opulenza degli abiti religiosi e degli oggetti da cerimonia avrebbero acceso in lei, negli anni a venire, la passione per lo stile barocco, l'oro e le gemme colorate.
C'era una volta una bellissima ragazza che passava le giornate a cucire, e le serate a cantare in un cabaret, davanti alle truppe di cavalleria. La chiamavano 'Coco', perché cantava spesso 'Chi ha visto Coco nel Trocadéro?' Ma preferiva raccontare che Coco era il soprannome che le aveva dato suo padre.
C'era una volta una giovane donna dall'aspetto mascolino che si rifiutava di cavalcare all'amazzone i cavalli di un nobile ufficiale, Etienne Balsan.
Si vestiva come nessun'altra allora, prendendo ispirazione dal guardaroba maschile e inventando nuovi cappelli a cui toglieva ogni ornamento, per renderli più semplici, leggeri ed eleganti. Le sue prime clienti erano lavoratrici, ma l'alta società presto le seguì.
C'era una volta un grande amore, chiamato Boy Capel, inglese, ricco e colto. Era l'uomo dei suoi sogni. La iniziò alla letteratura, all'Oriente e all'esoterismo. Boy aiutò Coco a diventare Chanel. Gabrielle decise di aprire le sue prime boutique a Parigi, Deauville e Biarritz.
Voleva lavorare per ottenere la sua libertà.
C'era una volta una rivoluzione, quando in un lampo di genio Coco Chanel trasforma la silhouette femminile. Accorcia gli abiti, svela le caviglie, libera il punto vita, elimina i corsetti, riporta in voga il jersey, i capelli corti e la pelle abbronzata. Chanel chiude un'era e proietta la moda in un nuovo secolo.
C'era una volta, al 31 di rue Cambon, la prima casa di moda che Mademoiselle aprì a Parigi nel 1918. La ragazzina arrivata dalle campagne dell'Alvernia, l'orfana di Aubazine, era diventata la regina di Parigi. Prima di liberare le donne, aveva liberato se stessa.
C'era una volta una storia d'amore che finì bruscamente, Boy Capel muore in un incidente d'auto. Per la prima e unica volta, Chanel fu vista piangere.
"'O muoio anche io', disse, 'oppure finisco quel che abbiamo iniziato insieme'". Scelse di andare avanti".