Far diventare la 94enne Lucy Salani, omosessuale sopravvissuta al campo di sterminio di Dachau e ora trans, senatrice a vita. E' l'appello di Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, rivolto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Lucy oggi - sostiene Marrazzo - è testimonianza vivente dello sterminio di omosessuali e transessuali durante il nazifascimo, e ciò meriterebbe un riconoscimento sociale, come già avvenuto con la storica nomina di Liliana Segre e a cui va la solidarietà per le offese antisemite ricevute". Condivide l'appello Vladimir Luxuria che l'ha conosciuta ad un convegno ed è stata, ha raccontato, "un'esperienza davvero molto bella". "Dobbiamo essere riconoscenti a queste persone che - dice Luxuria - hanno pagato un prezzo molto alto per essere quello che davvero erano. Non dobbiamo dimenticare chi ha vissuto la schedatura, chi è stato rinchiuso nei manicomi e chi come Lucy è finita nei campi di concentramento. A loro dobbiamo essere grati". 'Porpora' Marcasciano del Movimento Identità Transessuale (Mit) di Bologna la definisce una persona "davvero particolare: è riuscita a raccontare la sua storia di deportata per diserzione e poi per essere omosessuale perchè trovata in compagnia di un ufficiale dopo una spiata, fu anche processata a Verona..." La 94enne che ancora guida una Punto Blu, vive nel suo appartamento a Bologna che condivide con un ragazzo Arabo a cui affitta una stanza.
"La storia di Lucy è davvero avventurosa - racconta Vincenzo Branà di Arcigay - lei è stata una disertrice, all'epoca era ancora Luciano quindi un disertore: non voleva fare il servizio militare e scappò ma la ripresero. Poi fu beccata con un tedesco e venne mandata prima in un campo di lavoro e poi Dacau fino al giorno della Liberazione, quando dalle torrette cominciarono a sparare ai detenuti e la colpirono ad un ginocchio. In seguito divenne una trans ed ha lavorato come tappezziera. Attualmente non ha problemi di soldi, vive di pensione e viene assistita anche dai ragazzi di Arciga-Mit. E soprattutto non ha intenzione di andare in una casa di casa. Mi dice sempre: 'Piuttosto ammazzatemi prima'".
Quando oggi ha saputo che qualcuno aveva pensato a lei per diventare, come la Segre, una senatrice a vita, si è schermita ed ha zittito i suoi interlocutori con una domanda: "Ma cosa vado a fare io in Parlamento?".(ANSA).
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