Kamala Harris entra nella storia: gli oltre due secoli di politica americana dominata da uomini bianchi nelle posizioni di comando vanno ufficialmente in pensione con la prima vicepresidente donna afroamericana e di origini tamil. Perché se il 20 gennaio è stato ufficialmente il giorno di Joe Biden, tutti gli occhi erano puntati su di lei, e Harris ne era consapevole: raggiante e visibilmente emozionata, ha giurato nelle mani di Sonia Sotomayor, la prima giudice della Corte Suprema di origini ispaniche, proponendo al mondo l'immagine di una nuova America, di un cambio di passo e di un'ascesa delle donne. Ha giurato su due bibbie: una di Regina Shelton, la donna che per Kamala e sua sorella Maya è stata una 'seconda madre', e una dell'icona dei diritti civili che ha ispirato la sua carriera, Thurgood Marshall. "Sono qui grazie alle donne che mi hanno preceduto", ha twittato la Harris poco prima di insediarsi, ricordando la madre arrivata negli Stati Uniti dall'India e tutte quelle generazioni di donne "afroamericane, asiatiche, bianche, native americane che si sono battute per l'uguaglianza e la libertà e che continuano a combattere per i loro diritti". Il momento storico è stato non a caso celebrato con una foto di Kamala e di Hillary Clinton, l'ex segretario di Stato che ha cercato di rompere il soffitto di cristallo candidandosi alla presidenza americana nel 2016.
Usa, Kamala Harris giura sulla Bibbia
Con lei inoltre arriva a 'Number One Observator Circle' una Second Family rivoluzionaria, contraltare moderno alla più tradizionale famiglia di Joe e Jill Biden. Una Second Family che, in un futuro non troppo lontano, punta alla Casa Bianca.