La bambina col cappottino rosso di "Schindler's List" e' in questi giorni al confine tra Ucraina e Polonia ad aiutare i profughi in fuga dall'invasione russa.
Oliwia Dabrowska aveva tre anni quando Steven Spielberg la filmo' per le scene nel ghetto di Cracovia mentre i suoi abitanti venivano "liquidati" dalle truppe naziste.
Nel film, girato interamente in bianco e nero, il cappottino rosso di Oliwia e' la sola macchia di colore: simbolo dell'alternanza di speranza e disperazione, violenza e compassione, colpevolezza e innocenza al centro del messaggio di Spielberg. In uno dei suoi post su Instagram Oliwia ha 'photoshoppato' il fotogramma che la ritrae bambina, cambiando il colore del cappotto in azzurro e giallo, come nella bandiera ucraina.
Ha anche raccontato di momenti drammatici vissuti negli ultimi giorni, come quando la Russia ha bombardato Yavoriv, a soli 20 chilometri dal confine: "Ho paura ma questo mi motiva ancora di piu' ad aiutare i profughi".
Rievocando il significato della scena nel 2018, in occasione del 25esimo anniversario di "Schindler's List", Spielberg spiego' che per lui la scena della bambina con cappotto rosso rappresentava una chiamata alle armi contro atrocita' come quelle commesse dai nazisti: "Nel libro da cui e' tratto il film, Oscar Schindler non riesce a capacitarsi di come una bambina potesse camminare illesa nel Ghetto di Cracovia quando tutti gli altri venivano caricati su camion o uccisi. Una bambina con il cappotto rosso apparentemente invisibile veniva ignorata dalle Ss pur indossando un soprabito del piu' brillante dei colori". Per Spielberg quello rappresento' un simbolo: significo' che Roosevelt e Eisenhower, e probabilmente anche Churchill e Stalin, sapevano dell'Olocausto e non fecero nulla per fermarlo. Fu una bandiera rossa che, chiunque avesse prestato attenzione, avrebbe potuto vedere".
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