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Charlotte Gainsbourg e l'amore per mamma Jane Birkin

In sala dal 16 giugno film d'esordio dedicato alla cantante musa

Redazione Ansa

E' stato il suo film di esordio alla regia e non a caso: Jane by Charlotte, il film che Charlotte Gainsbourg ha dedicato alla madre Jane Birkin, è stato un modo per dire a questa artista, mito ingombrante, musa non solo per suo padre Serge ma anche per tanti altri, quanto bene le volesse. Così l'opera, in sala dal 16 giugno con I Wanted dopo essere stata presentata a Cannes 2021 e in altri festival tra cui il Tff di Torino, è un segno tangibile di questo amore, anche un po' liberatorio. Con Jane by Charlotte l'attrice-regista mette in piazza la sua famiglia, fa entrare lo spettatore nel clan Gainsbourg e chiude un po' i conti con il passato.
    Nel film, Charlotte, la figlia del provocatorio, trasgressivo autore ebreo francese Serge Gainsbourg di origine ucraina (come ha scoperto recentissimamente, avendolo creduto russo finora), chiede alla madre di raccontare come erano quegli anni, quelli di una coppia sotto i riflettori, discussa, famosissima. "Non ho mai dormito una notte senza sonniferi", racconta Birkin oggi in versione nonna che cucina ai nipoti, non in perfetta salute. Charlotte vuole sapere tutto su sua madre.
    "Questo film - racconta - è un documentario, certo, ma soprattutto una lunga avventura emozionante, quasi un pretesto per godere di lei e allo stesso tempo la fine di qualcosa, come un punto e a capo. Più la guardo e più la amo", confessa. Una vita, quella di Jane musa di Serge, che dai tempi di Je t'aime... moi non plus, è stata un susseguirsi di tournee, successi, dipendenze da farmaci e alcool. Lo chansonnier dalle gitanes sempre accese appare in un filmino amatoriale a metà del film, come fosse stato un fantasma fino a quel momento: lo si vede giocare con Charlotte piccola. Poi il colpo di scena: mamma Jane accompagna la figlia a visitare l'appartamento di Serge, 30 anni dopo la sua morte (2 marzo 1991). Dentro, buio e polvere, un museo con strumenti musicali, libri, dischi, premi tantissimi, una cucina con cibo persino esploso dopo tutto questo tempo, il bagno dove Jane riconosce e quasi accarezza i suoi profumi di allora.
    "Inizialmente - spiega - volevo fare un ritratto di mia madre in Giappone e uno più parigino e in Bretagna, legati alle mie sorelle, e uno a New York, più legato a me. Ma col Covid era impossibile, quindi ho ristretto i luoghi e alla fine ho capito che quello che facevo era un tete-a-tete con mia madre, non un ritratto di famiglia, e ho cercato di metterla in situazioni e luoghi che riflettessero le domande che volevo farle". Ad un certo punto Charlotte inquadra anche Lemon Incest, il singolo che fece incredibile scandalo: con lei bambina 12enne cantante insieme al padre. Si avverte "un peso", esperienze forti che hanno segnato anche la vita di Charlotte, ad un certo punto trasferitasi a New York per anni.
    E poi viene fuori il dolore, "quello da cui non mi sono mai ripresa", dice la 74enne Birkin: per la morte tragica di Kate, la figlia avuta dal compositore John Barry, caduta dalle scale di un palazzo. Quasi conti da chiudere, "ora mi sento più tranquilla, più serena", dice Charlotte che con il film sembra quasi si sia tolta un peso, quasi una resa dei conti. Dopo questa regia Charlotte ha ripreso il suo lavoro di interprete: è protagonista di "Les passagers de la nuit", l'atteso film di Mikhaël Hers presentato al Festival di Berlino 2022 che racconta la storia di una famiglia francese attraverso gli anni '80 e che arriverà in Italia entro fine anno, distribuito da Wanted Cinema. (ANSA).
   

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