La giacca a vento bianca, i pantaloni tecno arancioni, la parrucca rosso fluo, i guanti di gomma, la maschera bianca sul viso: non passa inosservata per quanto voglia mantenere sconosciuto il suo aspetto e la sua vera identità. In pochissimi anni Laika è diventata tra le più note street artist italiane.
Ora ragiono sull'Iran, su donne, vita e libertà, voglio fare qualcosa".
Laika rivendica l'interesse per le tematiche forti, che generano dibattito: "Parte tutto dalla mia emozione, dal mio moto ribelle, questo è il motore di tutto e si fonde con la mia coscienza sociale e politica". Perché non si svela? "Ho avuto minacce di morte, ma non è per questo - racconta - mi voglio sentire libera di vivere fuori Laika. La privacy è importantissima per me, devo preservare la vita quotidiana. L'ho deciso dall'inizio, mi sembrava una responsabilità troppo grande essere Laika pure al supermercato, poi forse sono paranoica ho pensato che se nessuno mi riconosce posso andare ovunque. E così è successo, sono entrata nella zona rossa in Bosnia senza essere controllata".
Il film documenta il suo impegno accanto ai rifugiati della rotta balcanica, a chi tenta "il game"(come si dice in gergo il tentativo di attraversare il confine con la Croazia). Laika all'inizio del 2021 è stata lì per denunciare le atroci condizioni di vita dei migranti e poi nell'aprile del 2022 è stata in Polonia, al confine con l'Ucraina. Quel lavoro a Przemysl s'intitola 'All refugees welcome!' e raffigura bambini in fuga da ogni guerra. Ormai uscita da Roma come vede il suo futuro? "Ancora più lontano e se sarà in qualche collettivo artistico in mostra in un museo andrà bene, resto un pesce fuor d'acqua, ora sono insieme ad altri nelle gallerie, ma non credo significhi tradire ciò che faccio, è la visibilità ai messaggi che mi sta a cuore". Laika 'è' artista a tempo pieno, si mantiene con la vendita delle sue opere riprodotte e con le mostre.
Life is (not) a game è prodotto da Morel Film e Salon Indien Films e sarà distribuito a gennaio 2023 da Kimera Film e Morel.
Laika, la mia arte è azione, la mia rabbia sul muro
Street artist romana si racconta senza maschera