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Paola Minaccioni, 'dal vivo è molto meglio'

A New York e Los Angeles con una stand up comedy e poi sul set

Redazione Ansa

"Il live è la mia forma preferita di fare spettacolo e non solo perché, come dico nello show, 'Dal vivo sono molto meglio', ma perché come dimostra l'enorme popolarità che il teatro sta avendo in quest'anno post pandemico la cosa più rivoluzionaria di tutte è oggi lo stare insieme dal vivo e non su zoom", dice in un'intervista all'ANSA Paola Minaccioni. L'attrice, lanciata al cinema dai film di Ferzan Ozpetek (un Nastro d'argento per Allacciate le cinture), verve comica da vendere, conduttrice radiofonica al Ruggito del Coniglio, cuore grande con Every child is my child, l'associazione spontanea di artisti per aiutare l'infanzia fondata dalla sua amica e collega Anna Foglietta con Fabia Bettini, prepara le valigie per l'America.
"Sono più che emozionata, è una grande, bella occasione internazionale - racconta - partecipare a In Scena! Italian Theater Festival NY il 5 maggio e poi il 10 a Los Angeles. Porto uno spettacolo divertente, un one woman show, una stand up comedy come piace agli americani, una sorta di flusso di coscienza un po' strampalato, racconto romanzata la mia storia e mi faccio consigliare dai personaggi che ho fatto da sempre, come Loredana Bertè che mi spinge alla trasgressione, ad emanciparmi dalla vita borghese, Sabrina Ferilli che mi insegna ad essere sexy, la premier Giorgia Meloni che mi ricorda di dover essere donna, madre e crocerossina con i maschi, dedita all'accudimento, io un continuo alternarsi di generi". Il genere della stand up è un classico in America e da noi è esploso di recente.
"Lì sanno essere anche molto spinti, volgari, quasi osceni, ci sono comiche americane che ne fanno proprio una cifra stilistica, in Italia non osiamo tanto, però il genere rispettabilissimo sta facendo emergere tanti talenti, anche da noi. E poi è vero che è una moda, ma noi abbiamo maschere che risalgono alla commedia dell'arte e con tutto il rispetto partiamo avvantaggiati", prosegue Minaccioni. Tutto quello che ci fa sdivanare è benedetto, oltre al teatro anche il cinema, sottolinea, "inutile pensare che vedere un film a casa è come andare al cinema, nel frattempo stai facendo mille altre cose, dal girare il sugo a controllare i social, finisce che non ci capisci niente e ti deprimi, invece andare al cinema così come andare a teatro crea aspettative, che sono anche quelle di condividere esperienze con altri e discuterne dopo magari in pizzeria".
Dopo l'esperienza americana con I am so much better in person (Dal vivo sono molto meglio) con la musica della Dj Coco e la regia di Paola Rota, Paola Minaccioni prepara per l'anno prossimo, Stupida Show, uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo, scritto dal drammaturgo Gabriele Di Luca, ancora un monologo comico, mentre "saremo in pausa con Anna Foglietta con L'Attesa diretta da Michela Cescon". E il cinema? "Ho in uscita Un matrimonio mostruoso di Volfango De Biasi con Massimo Ghiniuoso, sequel di Una famiglia mostruosa, e poi una commedia gialla rosa nera, una specie di Trono di Spade alla romana, La guerra del Tiburtino Terzo, un film dissacrante sulla periferia urbana con Paolo Calabresi, Carolina Crescentini, Antonio Bannò". Ci sono speranze per la seconda stagione delle Fate Ignoranti di Ozpetek? "Non ci sono certezze, ma sarei felice di riprenderla. Certo vorrei lavorare a progetti mirati, selezionare un po', ho la fortuna di amare e fare il teatro che è un modo per proteggermi e aspettare le cose giuste". Il sogno nel cassetto? "La regia al cinema, non lo nego. Ho scritto un copione, spero si riesca, chiederò agli amici di partecipare, sarà da loro un atto di fiducia per me".

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