(ANSA) - NEW YORK, 19 MAG - Sessant'anni dopo il leggendario
The Sound of Silence, Paul Simon è tornato in studio di
registrazione per un album segnalibro della sua lunga carriera
musicale: Seven Psalms, un brano musicale in sette movimenti,
guarda al passato della vita e al futuro della morte
nell'assenza delle certezze offerte dalla fede. "Potrebbe essere
un testamento", ha commentato il critico del New York Times che
lo ha paragonato a Blackstar di David Bowie e You Want it Darker
di Leonard Cohen.
Non era vero, e Seven Psalms lo dimostra. L'idea iniziale è
arrivata a Paul tre anni fa in sogno e lui l'ha poi arricchita
svegliandosi a comporre ogni notte prima dell'alba. "I have been
thinking about migration", sto pensando alla grande migrazione,
canta all'inizio della primo spezzone intitolato The Lord, ed è
presto chiaro che la migrazione è quella dalla vita alla morte a
cui l'autore di brani iconici come Mrs. Robinson che fece da
colonna sonora al Laureato o il melanconico Bridges over
Troubled Water, o ancora America e Diamond on the soles of her
shoes dell'album Graceland, pensa sempre più spesso.
Destinato a essere ascoltato come un'unica traccia, Seven
Psalms è uscito su vinile, cd e su tutte le piattaforme digitali
il 19 maggio con una copertina derivata da Two Owls del
paesaggista della Hudson River School, Thomas Moran. (ANSA).
I sette salmi di Paul Simon, canzoni di vita e morte
Unica traccia di 33 minuti, l'album a 81 anni è un testamento?