"Io e Verdone siamo alchemici: potevamo essere come Sordi e la Vitti, spero di tornare a lavorare con Carlo. Quando dopo 'Borotalco' per 'Io e mia sorella' chiamò la Muti, mi sconvolse. Per la verità ha sempre voluto cambiare le sue partner, ma mai dire mai e se succede succede!". Eleonora Giorgi festeggia 50 anni di carriera all'Ischia Global Film & Music Festival e si racconta in una atmosfera ricca di ricordi personali.
"Torno a Lacco Ameno dopo tanto tempo. Proprio qui nel resort con le terme fatto costruire da Angelo Rizzoli, che regalò all'isola anche un ospedale. Una grande famiglia che è stata strumentalizzata, distrutta: sono onorata di averne fatto parte. Passeggiare per corso Rizzoli mi ha dato emozione, ripenso ai racconti sul nonno che faceva mio marito. Ora vado più spesso in montagna, ho la pelle chiara".
"Recitammo subito dopo insieme in 'Appassionata', lei è sempre stata favorita dal fatto di essere bruna, più adatta alla commedia italiana. A me Samperi mise in testa una parrucca nera per fare la siciliana con Modugno. Un po' soffrivo, ma poi la Muti l'ho anche diretta in un mio film, ha interpretato mia madre".
Lunghissimo l'elenco degli incontri professionali felici: "Salce e Villaggio che coppia! Celentano è tra gli uomini più sexy mai conosciuti: simpatico, ironico e molto cavaliere, ci siano divertiti da pazzi. Quelle sue pause, le sue lentezze, sono fantastiche, caratteristica anche di Pozzetto. Per la mia immagine devo molto a Luca Sabatelli. Tra le persone a cui voglio più bene c'è Massimo Ranieri".
La vita privata si è incrociata spesso con il cinema: "Quando incontrai Rizzoli mi dissi: non sono più sola, era anche un produttore e con Castellano e Pipolo arrivò il ciclo delle commedie anni 80, solari, raffinate. Un pomeriggio andai all'Odeon di Milano per vedere la reazioni del pubblico per 'Mani di velluto' la sala era gremita, ridevano tutti, grandi e bambini. Ora credo sia un supermercato". Poi arrivò Borotalco.
"E' stato l'apice di quel periodo. Venivo da 'Nudo di donna' con Manfredi, poi avrei girato per la Cavani con Mastroianni, finalmente ero con un mio coetaneo! Il personaggio di Nadia è stato scritto su di me, comica, peperina. Mi ricordo che a Los Angeles ero in un ristorante con Jack Nicholson e Warren Beatty e fui travolta dai fans italiani: feci un figurone! Ancora oggi su Instagram mi scrivono ragazzi di ogni età che amano quel film. Vinsi il David, rifiutai di fare Fantastico e poi niente più". Con Verdone si ritrova nel corale 'Compagni di scuola', seguirà la scelta di vivere in campagna con Massimo Ciavarro. Settanta splendidi anni da compiere ad ottobre, oggi Eleonora Giorgi porta avanti una battaglia: "Le donne over 55 nel cinema dovevano inserirle nel decreto Zan - dice ironicamente- sono discriminate, non nella società italiana ma nella narrazione che ne fanno fiction e cinema. Eppure reggiamo noi i consumi culturali del paese. Ho scritto una sceneggiatura su una sessantenne che ha una storia d'amore con ragazzo 25 ma in maniera sobria, come le donne sanno fare. Lo sta esaminando una grossa casa di produzione. Vorrei dirigerlo e interpretarlo".
"L'estate di 50 anni fa ero sul set del mio primo film 'Storia di una monaca di clausura'. In 'Roma' di Fellini ero stata ripresa a cavallo di una moto, sulle altre c'erano Renato Zero e la Bertè, e anche mia sorella, la più bella ragazza della città. Io invece avevo gli occhiali, leggevo sempre e mi chiamavano Ofelia. Forse questa competizione mi ha spinto".
Ma come è finita in quel convento? "Le mie foto le aveva una agenzia di modelle. Fu il mio fidanzato storico Gabriele a convincermi a fare quel provino. Per un film su delle monachesi si doveva sostituire Ornella Muti, che già era celebre ma io non sapevo neppure chi fosse. Mi presentai con le zeppe, il cappellone di paglia, la borsa fatta con i jeans. Stavo preparandomi per accedere all'Istituto italiano di restauro. Mi scelsero ma l'esame coincideva con l'inizio delle riprese. Così cambiai vita. Ho scritto poi un libro, 'Nei panni di un'altra', osservo ancora i restauratori all'opera. Anche quello è un bel lavoro!". Si ritrovò così attrice a 19 anni, ed anche poco vestita. "Un set importante, i costumi di Tirelli e anche la prima scena di nudo, credo elegante. All'epoca si era molto più liberi di oggi. Ricevevo tantissime lettere di ragazze che si identificavano in me".
"Recitammo subito dopo insieme in 'Appassionata', lei è sempre stata favorita dal fatto di essere bruna, più adatta alla commedia italiana. A me Samperi mise in testa una parrucca nera per fare la siciliana con Modugno. Un po' soffrivo, ma poi la Muti l'ho anche diretta in un mio film, ha interpretato mia madre".
Lunghissimo l'elenco degli incontri professionali felici: "Salce e Villaggio che coppia! Celentano è tra gli uomini più sexy mai conosciuti: simpatico, ironico e molto cavaliere, ci siano divertiti da pazzi. Quelle sue pause, le sue lentezze, sono fantastiche, caratteristica anche di Pozzetto. Per la mia immagine devo molto a Luca Sabatelli. Tra le persone a cui voglio più bene c'è Massimo Ranieri".
La vita privata si è incrociata spesso con il cinema: "Quando incontrai Rizzoli mi dissi: non sono più sola, era anche un produttore e con Castellano e Pipolo arrivò il ciclo delle commedie anni 80, solari, raffinate. Un pomeriggio andai all'Odeon di Milano per vedere la reazioni del pubblico per 'Mani di velluto' la sala era gremita, ridevano tutti, grandi e bambini. Ora credo sia un supermercato". Poi arrivò Borotalco.
"E' stato l'apice di quel periodo. Venivo da 'Nudo di donna' con Manfredi, poi avrei girato per la Cavani con Mastroianni, finalmente ero con un mio coetaneo! Il personaggio di Nadia è stato scritto su di me, comica, peperina. Mi ricordo che a Los Angeles ero in un ristorante con Jack Nicholson e Warren Beatty e fui travolta dai fans italiani: feci un figurone! Ancora oggi su Instagram mi scrivono ragazzi di ogni età che amano quel film. Vinsi il David, rifiutai di fare Fantastico e poi niente più". Con Verdone si ritrova nel corale 'Compagni di scuola', seguirà la scelta di vivere in campagna con Massimo Ciavarro. Settanta splendidi anni da compiere ad ottobre, oggi Eleonora Giorgi porta avanti una battaglia: "Le donne over 55 nel cinema dovevano inserirle nel decreto Zan - dice ironicamente- sono discriminate, non nella società italiana ma nella narrazione che ne fanno fiction e cinema. Eppure reggiamo noi i consumi culturali del paese. Ho scritto una sceneggiatura su una sessantenne che ha una storia d'amore con ragazzo 25 ma in maniera sobria, come le donne sanno fare. Lo sta esaminando una grossa casa di produzione. Vorrei dirigerlo e interpretarlo".
"L'estate di 50 anni fa ero sul set del mio primo film 'Storia di una monaca di clausura'. In 'Roma' di Fellini ero stata ripresa a cavallo di una moto, sulle altre c'erano Renato Zero e la Bertè, e anche mia sorella, la più bella ragazza della città. Io invece avevo gli occhiali, leggevo sempre e mi chiamavano Ofelia. Forse questa competizione mi ha spinto".
Ma come è finita in quel convento? "Le mie foto le aveva una agenzia di modelle. Fu il mio fidanzato storico Gabriele a convincermi a fare quel provino. Per un film su delle monachesi si doveva sostituire Ornella Muti, che già era celebre ma io non sapevo neppure chi fosse. Mi presentai con le zeppe, il cappellone di paglia, la borsa fatta con i jeans. Stavo preparandomi per accedere all'Istituto italiano di restauro. Mi scelsero ma l'esame coincideva con l'inizio delle riprese. Così cambiai vita. Ho scritto poi un libro, 'Nei panni di un'altra', osservo ancora i restauratori all'opera. Anche quello è un bel lavoro!". Si ritrovò così attrice a 19 anni, ed anche poco vestita. "Un set importante, i costumi di Tirelli e anche la prima scena di nudo, credo elegante. All'epoca si era molto più liberi di oggi. Ricevevo tantissime lettere di ragazze che si identificavano in me".
"Recitammo subito dopo insieme in 'Appassionata', lei è sempre stata favorita dal fatto di essere bruna, più adatta alla commedia italiana. A me Samperi mise in testa una parrucca nera per fare la siciliana con Modugno. Un po' soffrivo, ma poi la Muti l'ho anche diretta in un mio film, ha interpretato mia madre".
Lunghissimo l'elenco degli incontri professionali felici: "Salce e Villaggio che coppia! Celentano è tra gli uomini più sexy mai conosciuti: simpatico, ironico e molto cavaliere, ci siano divertiti da pazzi. Quelle sue pause, le sue lentezze, sono fantastiche, caratteristica anche di Pozzetto. Per la mia immagine devo molto a Luca Sabatelli. Tra le persone a cui voglio più bene c'è Massimo Ranieri".
La vita privata si è incrociata spesso con il cinema: "Quando incontrai Rizzoli mi dissi: non sono più sola, era anche un produttore e con Castellano e Pipolo arrivò il ciclo delle commedie anni 80, solari, raffinate. Un pomeriggio andai all'Odeon di Milano per vedere la reazioni del pubblico per 'Mani di velluto' la sala era gremita, ridevano tutti, grandi e bambini. Ora credo sia un supermercato". Poi arrivò Borotalco.
"E' stato l'apice di quel periodo. Venivo da 'Nudo di donna' con Manfredi, poi avrei girato per la Cavani con Mastroianni, finalmente ero con un mio coetaneo! Il personaggio di Nadia è stato scritto su di me, comica, peperina. Mi ricordo che a Los Angeles ero in un ristorante con Jack Nicholson e Warren Beatty e fui travolta dai fans italiani: feci un figurone! Ancora oggi su Instagram mi scrivono ragazzi di ogni età che amano quel film. Vinsi il David, rifiutai di fare Fantastico e poi niente più". Con Verdone si ritrova nel corale 'Compagni di scuola', seguirà la scelta di vivere in campagna con Massimo Ciavarro. Settanta splendidi anni da compiere ad ottobre, oggi Eleonora Giorgi porta avanti una battaglia: "Le donne over 55 nel cinema dovevano inserirle nel decreto Zan - dice ironicamente- sono discriminate, non nella società italiana ma nella narrazione che ne fanno fiction e cinema. Eppure reggiamo noi i consumi culturali del paese. Ho scritto una sceneggiatura su una sessantenne che ha una storia d'amore con ragazzo 25 ma in maniera sobria, come le donne sanno fare. Lo sta esaminando una grossa casa di produzione. Vorrei dirigerlo e interpretarlo".
"L'estate di 50 anni fa ero sul set del mio primo film 'Storia di una monaca di clausura'. In 'Roma' di Fellini ero stata ripresa a cavallo di una moto, sulle altre c'erano Renato Zero e la Bertè, e anche mia sorella, la più bella ragazza della città. Io invece avevo gli occhiali, leggevo sempre e mi chiamavano Ofelia. Forse questa competizione mi ha spinto".
Ma come è finita in quel convento? "Le mie foto le aveva una agenzia di modelle. Fu il mio fidanzato storico Gabriele a convincermi a fare quel provino. Per un film su delle monachesi si doveva sostituire Ornella Muti, che già era celebre ma io non sapevo neppure chi fosse. Mi presentai con le zeppe, il cappellone di paglia, la borsa fatta con i jeans. Stavo preparandomi per accedere all'Istituto italiano di restauro. Mi scelsero ma l'esame coincideva con l'inizio delle riprese. Così cambiai vita. Ho scritto poi un libro, 'Nei panni di un'altra', osservo ancora i restauratori all'opera. Anche quello è un bel lavoro!". Si ritrovò così attrice a 19 anni, ed anche poco vestita. "Un set importante, i costumi di Tirelli e anche la prima scena di nudo, credo elegante. All'epoca si era molto più liberi di oggi. Ricevevo tantissime lettere di ragazze che si identificavano in me".
"Recitammo subito dopo insieme in 'Appassionata', lei è sempre stata favorita dal fatto di essere bruna, più adatta alla commedia italiana. A me Samperi mise in testa una parrucca nera per fare la siciliana con Modugno. Un po' soffrivo, ma poi la Muti l'ho anche diretta in un mio film, ha interpretato mia madre".
Lunghissimo l'elenco degli incontri professionali felici: "Salce e Villaggio che coppia! Celentano è tra gli uomini più sexy mai conosciuti: simpatico, ironico e molto cavaliere, ci siano divertiti da pazzi. Quelle sue pause, le sue lentezze, sono fantastiche, caratteristica anche di Pozzetto. Per la mia immagine devo molto a Luca Sabatelli. Tra le persone a cui voglio più bene c'è Massimo Ranieri".
La vita privata si è incrociata spesso con il cinema: "Quando incontrai Rizzoli mi dissi: non sono più sola, era anche un produttore e con Castellano e Pipolo arrivò il ciclo delle commedie anni 80, solari, raffinate. Un pomeriggio andai all'Odeon di Milano per vedere la reazioni del pubblico per 'Mani di velluto' la sala era gremita, ridevano tutti, grandi e bambini. Ora credo sia un supermercato". Poi arrivò Borotalco.
"E' stato l'apice di quel periodo. Venivo da 'Nudo di donna' con Manfredi, poi avrei girato per la Cavani con Mastroianni, finalmente ero con un mio coetaneo! Il personaggio di Nadia è stato scritto su di me, comica, peperina. Mi ricordo che a Los Angeles ero in un ristorante con Jack Nicholson e Warren Beatty e fui travolta dai fans italiani: feci un figurone! Ancora oggi su Instagram mi scrivono ragazzi di ogni età che amano quel film. Vinsi il David, rifiutai di fare Fantastico e poi niente più". Con Verdone si ritrova nel corale 'Compagni di scuola', seguirà la scelta di vivere in campagna con Massimo Ciavarro. Settanta splendidi anni da compiere ad ottobre, oggi Eleonora Giorgi porta avanti una battaglia: "Le donne over 55 nel cinema dovevano inserirle nel decreto Zan - dice ironicamente- sono discriminate, non nella società italiana ma nella narrazione che ne fanno fiction e cinema. Eppure reggiamo noi i consumi culturali del paese. Ho scritto una sceneggiatura su una sessantenne che ha una storia d'amore con ragazzo 25 ma in maniera sobria, come le donne sanno fare. Lo sta esaminando una grossa casa di produzione. Vorrei dirigerlo e interpretarlo".
"L'estate di 50 anni fa ero sul set del mio primo film 'Storia di una monaca di clausura'. In 'Roma' di Fellini ero stata ripresa a cavallo di una moto, sulle altre c'erano Renato Zero e la Bertè, e anche mia sorella, la più bella ragazza della città. Io invece avevo gli occhiali, leggevo sempre e mi chiamavano Ofelia. Forse questa competizione mi ha spinto".
Ma come è finita in quel convento? "Le mie foto le aveva una agenzia di modelle. Fu il mio fidanzato storico Gabriele a convincermi a fare quel provino. Per un film su delle monachesi si doveva sostituire Ornella Muti, che già era celebre ma io non sapevo neppure chi fosse. Mi presentai con le zeppe, il cappellone di paglia, la borsa fatta con i jeans. Stavo preparandomi per accedere all'Istituto italiano di restauro. Mi scelsero ma l'esame coincideva con l'inizio delle riprese. Così cambiai vita. Ho scritto poi un libro, 'Nei panni di un'altra', osservo ancora i restauratori all'opera. Anche quello è un bel lavoro!". Si ritrovò così attrice a 19 anni, ed anche poco vestita. "Un set importante, i costumi di Tirelli e anche la prima scena di nudo, credo elegante. All'epoca si era molto più liberi di oggi. Ricevevo tantissime lettere di ragazze che si identificavano in me".
"Recitammo subito dopo insieme in 'Appassionata', lei è sempre stata favorita dal fatto di essere bruna, più adatta alla commedia italiana. A me Samperi mise in testa una parrucca nera per fare la siciliana con Modugno. Un po' soffrivo, ma poi la Muti l'ho anche diretta in un mio film, ha interpretato mia madre".
Lunghissimo l'elenco degli incontri professionali felici: "Salce e Villaggio che coppia! Celentano è tra gli uomini più sexy mai conosciuti: simpatico, ironico e molto cavaliere, ci siano divertiti da pazzi. Quelle sue pause, le sue lentezze, sono fantastiche, caratteristica anche di Pozzetto. Per la mia immagine devo molto a Luca Sabatelli. Tra le persone a cui voglio più bene c'è Massimo Ranieri".
La vita privata si è incrociata spesso con il cinema: "Quando incontrai Rizzoli mi dissi: non sono più sola, era anche un produttore e con Castellano e Pipolo arrivò il ciclo delle commedie anni 80, solari, raffinate. Un pomeriggio andai all'Odeon di Milano per vedere la reazioni del pubblico per 'Mani di velluto' la sala era gremita, ridevano tutti, grandi e bambini. Ora credo sia un supermercato". Poi arrivò Borotalco.
"E' stato l'apice di quel periodo. Venivo da 'Nudo di donna' con Manfredi, poi avrei girato per la Cavani con Mastroianni, finalmente ero con un mio coetaneo! Il personaggio di Nadia è stato scritto su di me, comica, peperina. Mi ricordo che a Los Angeles ero in un ristorante con Jack Nicholson e Warren Beatty e fui travolta dai fans italiani: feci un figurone! Ancora oggi su Instagram mi scrivono ragazzi di ogni età che amano quel film. Vinsi il David, rifiutai di fare Fantastico e poi niente più". Con Verdone si ritrova nel corale 'Compagni di scuola', seguirà la scelta di vivere in campagna con Massimo Ciavarro. Settanta splendidi anni da compiere ad ottobre, oggi Eleonora Giorgi porta avanti una battaglia: "Le donne over 55 nel cinema dovevano inserirle nel decreto Zan - dice ironicamente- sono discriminate, non nella società italiana ma nella narrazione che ne fanno fiction e cinema. Eppure reggiamo noi i consumi culturali del paese. Ho scritto una sceneggiatura su una sessantenne che ha una storia d'amore con ragazzo 25 ma in maniera sobria, come le donne sanno fare. Lo sta esaminando una grossa casa di produzione. Vorrei dirigerlo e interpretarlo".
"L'estate di 50 anni fa ero sul set del mio primo film 'Storia di una monaca di clausura'. In 'Roma' di Fellini ero stata ripresa a cavallo di una moto, sulle altre c'erano Renato Zero e la Bertè, e anche mia sorella, la più bella ragazza della città. Io invece avevo gli occhiali, leggevo sempre e mi chiamavano Ofelia. Forse questa competizione mi ha spinto".
Ma come è finita in quel convento? "Le mie foto le aveva una agenzia di modelle. Fu il mio fidanzato storico Gabriele a convincermi a fare quel provino. Per un film su delle monachesi si doveva sostituire Ornella Muti, che già era celebre ma io non sapevo neppure chi fosse. Mi presentai con le zeppe, il cappellone di paglia, la borsa fatta con i jeans. Stavo preparandomi per accedere all'Istituto italiano di restauro. Mi scelsero ma l'esame coincideva con l'inizio delle riprese. Così cambiai vita. Ho scritto poi un libro, 'Nei panni di un'altra', osservo ancora i restauratori all'opera. Anche quello è un bel lavoro!". Si ritrovò così attrice a 19 anni, ed anche poco vestita. "Un set importante, i costumi di Tirelli e anche la prima scena di nudo, credo elegante. All'epoca si era molto più liberi di oggi. Ricevevo tantissime lettere di ragazze che si identificavano in me".
"Recitammo subito dopo insieme in 'Appassionata', lei è sempre stata favorita dal fatto di essere bruna, più adatta alla commedia italiana. A me Samperi mise in testa una parrucca nera per fare la siciliana con Modugno. Un po' soffrivo, ma poi la Muti l'ho anche diretta in un mio film, ha interpretato mia madre".
Lunghissimo l'elenco degli incontri professionali felici: "Salce e Villaggio che coppia! Celentano è tra gli uomini più sexy mai conosciuti: simpatico, ironico e molto cavaliere, ci siano divertiti da pazzi. Quelle sue pause, le sue lentezze, sono fantastiche, caratteristica anche di Pozzetto. Per la mia immagine devo molto a Luca Sabatelli. Tra le persone a cui voglio più bene c'è Massimo Ranieri".
La vita privata si è incrociata spesso con il cinema: "Quando incontrai Rizzoli mi dissi: non sono più sola, era anche un produttore e con Castellano e Pipolo arrivò il ciclo delle commedie anni 80, solari, raffinate. Un pomeriggio andai all'Odeon di Milano per vedere la reazioni del pubblico per 'Mani di velluto' la sala era gremita, ridevano tutti, grandi e bambini. Ora credo sia un supermercato". Poi arrivò Borotalco.
"E' stato l'apice di quel periodo. Venivo da 'Nudo di donna' con Manfredi, poi avrei girato per la Cavani con Mastroianni, finalmente ero con un mio coetaneo! Il personaggio di Nadia è stato scritto su di me, comica, peperina. Mi ricordo che a Los Angeles ero in un ristorante con Jack Nicholson e Warren Beatty e fui travolta dai fans italiani: feci un figurone! Ancora oggi su Instagram mi scrivono ragazzi di ogni età che amano quel film. Vinsi il David, rifiutai di fare Fantastico e poi niente più". Con Verdone si ritrova nel corale 'Compagni di scuola', seguirà la scelta di vivere in campagna con Massimo Ciavarro. Settanta splendidi anni da compiere ad ottobre, oggi Eleonora Giorgi porta avanti una battaglia: "Le donne over 55 nel cinema dovevano inserirle nel decreto Zan - dice ironicamente- sono discriminate, non nella società italiana ma nella narrazione che ne fanno fiction e cinema. Eppure reggiamo noi i consumi culturali del paese. Ho scritto una sceneggiatura su una sessantenne che ha una storia d'amore con ragazzo 25 ma in maniera sobria, come le donne sanno fare. Lo sta esaminando una grossa casa di produzione. Vorrei dirigerlo e interpretarlo".
"L'estate di 50 anni fa ero sul set del mio primo film 'Storia di una monaca di clausura'. In 'Roma' di Fellini ero stata ripresa a cavallo di una moto, sulle altre c'erano Renato Zero e la Bertè, e anche mia sorella, la più bella ragazza della città. Io invece avevo gli occhiali, leggevo sempre e mi chiamavano Ofelia. Forse questa competizione mi ha spinto".
Ma come è finita in quel convento? "Le mie foto le aveva una agenzia di modelle. Fu il mio fidanzato storico Gabriele a convincermi a fare quel provino. Per un film su delle monachesi si doveva sostituire Ornella Muti, che già era celebre ma io non sapevo neppure chi fosse. Mi presentai con le zeppe, il cappellone di paglia, la borsa fatta con i jeans. Stavo preparandomi per accedere all'Istituto italiano di restauro. Mi scelsero ma l'esame coincideva con l'inizio delle riprese. Così cambiai vita. Ho scritto poi un libro, 'Nei panni di un'altra', osservo ancora i restauratori all'opera. Anche quello è un bel lavoro!". Si ritrovò così attrice a 19 anni, ed anche poco vestita. "Un set importante, i costumi di Tirelli e anche la prima scena di nudo, credo elegante. All'epoca si era molto più liberi di oggi. Ricevevo tantissime lettere di ragazze che si identificavano in me".