I musei "potrebbero diventare fortezze per i film. sono già considerati espressioni artistiche di immagini, e quindi potrebbero quindi diventare nel futuro una catena cinematografica dove proiettare film che abbiano una visione artistica, che siano differenti".
Il cineasta malese naturalizzato taiwanese, classe 1957, è una delle figure simbolo della seconda ondata del nuovo cinema di Taiwan e tra i principali autori del cinema internazionale degli ultimi 30 anni. Leone d'oro alla Mostra del Cinema di venezia nel 1994 con Vive l'amour e vincitore al Lido nel 2013 del Gran premio della Giuria con Stray Dogs, già da diversi anni alterna ai lungometraggi (l'ultimo è del 2020, Days) opere in formati diversi (virtual reality compresa) per i musei di tutto il mondo.
"Ci sono molti modi di vedere i film oggi, sui computer, su schermi piccoli, persino sugli aerei - aggiunge illustrando la sua idea -. Ma la vera domanda è come le persone faranno i film in futuro? Le nuove generazioni hanno una formazione diversa: noi siamo cresciuti vedendo i film nei cinema, loro no e tengono molto meno all'estetica dell'immagine. Vogliono soprattutto comunicare un messaggio, raccontare una storia. È anche uno dei motivi per cui vedo sempre meno film".
Nei suoi film Tsai Ming-Liang ha spesso raccontato la bellezza dello sguardo, degli spazi nel tempo, ma anche la solitudine, l'isolamento. Oggi con i social network siamo più connessi o più soli? "Decisamente più soli. Il nostro mondo ora è diventato lo smartphone. Puoi avere l'illusione di non esserlo, quando usi o giochi con il telefono ma in realtà trasmetti solo quanto tu sia solo alla persona accanto a te.
Penso sia un problema serio, questa nuova tecnologia ci domina".
(ANSA).
Tsai Ming-liang, 'i musei siano fortezze per il cinema'
Pardo alla Carriera a Locarno: "I social ci rendono più soli"