A un età in cui molti ragazzi iniziano l'università, gli esami di Alessandro Mazzara sono salti e acrobazie sulle piste da skateboard di tutto il mondo.
Lo skater romano, protagonista alle Olimpiadi di Tokyo 2020 quando era ancora minorenne, è in procinto di conquistare la qualificazione ai Giochi di Parigi.
"Non riesco ancora a visualizzare bene l'immagine di Parigi 2024, ma sono sicuro che sarà bellissima, finalmente con il pubblico! Spero in un podio, in una gara da paura". Mazzara è uno degli alfieri di quella Generazione Z che sta regalando grandi soddisfazioni all'Italia sportiva (basti pensare a Jannik Sinner, classe 2001, oppure a Benedetta Pilato, 2005). Una generazione che molti identificano solo con social network e fragilità. "Penso che i giovani d'oggi non si accontentino di andare a fare dei lavori comuni, penso ad esempio al cassiere al supermercato o quant'altro. Tutti puntano a qualcosa di più, c'è un'ambizione maggiore rispetto a una volta", spiega Mazzara.
Il suo programma, da qui alle Olimpiadi, è serratissimo: prima una trasferta in Brasile per 20 giorni di allenamento, poi da lì dritto a Dubai per la tappa di qualifica olimpica; a maggio gareggerà a Shanghai, a giugno a Budapest. "Facendo gli scongiuri, il pass a cinque cerchi potrebbe arrivare già a maggio". Attualmente è quindicesimo al mondo, ai Giochi andranno i primi venti del ranking dopo le gare in Cina e Ungheria.
Mazzara non si dimentica poi degli World Skate Games (in programma in quattro regioni d'Italia dal 6 al 22 settembre 2024), il 'mondiale dei mondiali' degli sport a rotelle, che porterà nel Paese dodicimila persone tra atleti, tecnici e delegazioni, più migliaia di tifosi. "Molto probabilmente parteciperò in due discipline, il vert e il park. A Roma sarà un'atmosfera bellissima e tanti tifosi sugli spalti, come per gli scorsi Mondiali park di Ostia".
Il ragazzo è cresciuto sportivamente allo skate park dell'Anagnina, alla periferia della Capitale, e conosce bene l'importanza sociale delle ragioni per cui costruire impianti dedicati alla tavola a rotelle. "Innanzitutto, permettono di allontanare i ragazzi dalla strada e da situazioni di degrado".
All'impianto di via Ciamarra a Cinecittà est "moltissime persone hanno evitato i pericoli della vita di strada grazie allo skateboard. Lo stesso - prosegue l'azzurro - si può dire di Ostia, dove lo skate park sorge in una zona degradata, e viene frequentato da tanti ragazzini che iniziano a 'skatare' in un'età in cui altri vanno a fare i criminali", aggiunge Mazzara.
Gli aspetti belli della vita di uno skater giramondo sono tanti, ma tra i rovesci della medaglia si contano gli infortuni: l'anno scorso il ragazzo si è leso parzialmente il crociato posteriore. "Anche se non mi sono operato, il recupero è stato lungo. Adesso finalmente sono al 90 per cento della forma". I guai fisici per uno skater non sono roba da poco: "La mattina quando ti alzi dal letto sentendoti un novantenne è difficile", ridacchia. Il classe 2004, a differenza di tanti skater connazionali, è rimasto a vivere e ad allenarsi in Italia, ancora indietro nello spazio e nel sostegno a questa disciplina "Per adesso sono costretto a restare dalla necessità di finire la scuola; l'anno scorso saltai l'esame di maturità per una gara importante in Argentina. Preso il diploma, penso che passerò la maggior parte del mio tempo all'estero". Il suo futuro prenderà forma tra il Brasile (magari a Florianopolis, la sua città preferita) e gli Stati Uniti, i due Paesi migliori per chi vive sulla tavola rotelle.
Il campione di skateboard Mazzara, 'gli skate park salvano i giovani'
Si racconta: 'Generazione Z non si accontenta'