Incontrare nel 1959 da quattordicenne, a Bad Nauheim, la star globale Elvis Presley (allora 24enne), di leva in Germania. Ritrovarsi in un amore profondo con un idolo tanto affascinante quanto inquieto, dal potere simile a quello di un monarca.
Il film, prodotto da The Apartment Pictures (gruppo Fremantle) con American Zoetrope, è nato dall'autobiografia del 1985 "Elvis and Me" scritta da Priscilla Presley (qui anche coproduttrice esecutiva) con Sandra Harmon. "Non ho cercato di fare un biopic, ma un percorso più impressionistico, un viaggio emotivo in questa storia" spiega Sofia Coppola in un incontro con la stampa italiana in remoto. Del privato di Elvis "prima di iniziare questo progetto non sapevo molto, a parte il fatto che fosse umorale e avesse un genio creativo molto particolare.
Attraverso Priscilla ho potuto vedere la sua vita a porte chiuse, quella che non era accessibile".
La storia dà spazio al rapporto nella coppia di profonda confidenza e intimità prima di tutto emotiva, ma anche alla solitudine, ai comportamenti volatili di Elvis (già dipendente dalle pillole) e alla dipendenza psicologica con i quali si confronta Priscilla, fino a quando lei decide di dire 'basta'.
"Non so dove abbia trovato quella forza, per me è un mistero - sottolinea la regista -. Lei mi ha detto che aver iniziato a frequentare persone fuori dal mondo di Elvis, che davano valore alla sua opinione, l'ha aiutata a voler trovare la propria identità al di là di quello che era con lui". (ANSA).
Sofia Coppola, 'Priscilla e Elvis in un viaggio emotivo'
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