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In mostra a Trieste le storie di donne che salgono sugli alberi

Oltre 250 foto al Magazzino delle Idee per 'Io non scendo'

Redazione Ansa

(ANSA) - TRIESTE, 17 MAG - Provengono dagli Stati Uniti e da ogni angolo d'Europa e Mediterraneo. Sono foto vintage, il cui fattor comune sono le donne, tutte immortalate su un albero.
    Oltre 200 immagini anonime, in bianco e nero, molte conservate negli album di famiglia, che restituiscono al primo sguardo tutta la loro fragilità e intimità. Si presenta così la mostra "Io non scendo - Storie di donne che salgono sugli alberi e guardano lontano" a cura di Laura Leonelli, aperta da domani al 25 agosto al Magazzino delle idee a Trieste.
    L'esposizione, promossa dall'Ente regionale per il patrimonio culturale del Fvg, nasce dall'omonimo libro di Leonelli, pubblicato da Postcart, e raccoglie più di 250 fotografie anonime di donne che dal 1870 al 1970 hanno scelto di farsi ritrarre in cima agli alberi. "Le donne salgono sugli alberi quando disubbidiscono - scrive Leonelli all'inizio del volume - e ogni donna che disubbidisce è figlia della prima, più celebrata e dannata delle disubbidienti: Eva. Ascoltando la voce delle nuove Eva, dal dodicesimo secolo a oggi, questo libro riporta gli slanci, le delusioni, le battaglie, le ascese di alcune di loro che hanno disubbidito e sono salite sull'albero della consapevolezza e della propria realizzazione. E da quel vertice hanno detto: Io non scendo".
    Una serie di ritratti di volti sconosciuti che si intrecciano alla voce di donne importanti come Cristina Sint-Truiden, Louisa May Alcott, Sara Orne Jewett, Voltairine de Cleyre, Anne Brigman, Simone de Beauvoir, Astrid Lindgren, Beah E. Richards, Angela Carter, Suni Lee, Bianca Di Beaco, Tiziana Weiss. Sono sante, scrittrici, filosofe, rivoluzionarie, fotografe, militanti, poetesse, imprenditrici, alpiniste. Insieme sono destini veri e di carta che raccontano la storia dell'emancipazione femminile.
    "La cultura è un'elaborazione di esperienze personali che nella mostra trovano un legame comune nel desiderio di libertà e di autodeterminazione delle donne - ha affermato il vicegovernatore con delega alla Cultura, Mario Anzil - la mostra permette di evadere nel fantastico incanto dell'impossibile, in quel confine tra spazio inquadrato e spazio ignoto a cui queste donne guardano e ambiscono". (ANSA).
   

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