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Dipendenti portano in aula Kanye West, sfruttati e insultati

Chiamati "nuovi schiavi" e faccette nere nelle chat di lavoro

Redazione Ansa

Kanye West non sa stare lontano dai guai. Nel giorno in cui i media russi rendono conto di una sua visita a Mosca con tanto di visita alla Piazza Rossa e soggiorno al Four Season, negli Stati Uniti rimbalza la notizia secondo cui il rapper, che si fa chiamare Ye, è stato citato in giudizio da alcuni dipendenti che gli chiedono i danni per aver creato un ambiente di lavoro inumano, denigratorio e di non averli pagati, mentre la moglie Bianca Censori inviava materiale pornografico allo staff.
    Il sito TMZ ha visto le carte del tribunale che nominano come imputati nella causa West e Milo Yiannopoulos, l'ex capo del personale della società del rapper, la YZY. I due sono accusati di aver fatto false promesse di pagamento ai dipendenti adulti e minorenni e di averli costretti a lavorare per un numero di ore esagerato, mentre venivano apertamente derisi con battute razziste e chiamati "nuovi schiavi". Nonostante le accuse riguardino anche Censori, la consorte non figura tra gli imputati.
    Tutto è iniziato nella primavera di quest'anno, quando Ye ha deciso di lanciare una app di musica in streaming per promuovere i suoi nuovi album in modo indipendente da altre piattaforme come Spotify e Apple Music. Per il suo debutto nel settore del Tech, West ha assunto un gruppo di sviluppatori sparsi per tutto il mondo, che comprendeva anche ragazzi di 14 anni. Questi nuovi dipendenti lavoravano per lo più a distanza, rimanendo in costante comunicazione con Ye, Milo e il resto della squadra attraverso Discord, Zoom e Slack. È nelle chat di queste applicazioni che sono rimaste impresse le prove che sostanziano la causa: emoji di faccette nere o marroni mandati a dipendenti di colore, un minorenne apostrofato "school shooter", e il costante uso di un linguaggio razzista e denigratorio nei confronti dei dipendenti in relazione alla loro età, razza, genere, orientamento sessuale e origine, da parte dei manager, per lo più bianchi, che coordinavano il lavoro dal quartier generale di Calabasas, a nord di Los Angeles.
    In aprile, Yiannopoulos aveva promesso di pagare gli sviluppatori 120.000 dollari dopo il completamento dell'app. Ai minorenni veniva invece richiesto di firmare un accordo di volontariato. Alla fine dello stesso mese, Ye ha annunciato anche il lancio di una casa di produzione di film a luci rosse, chiamata Yeezy Porn, per cui secondo TMZ aveva chiesto consulenza al veterano del settore Mike Moz, ex marito dell'accusatrice di Donald Trump Stormy Daniels. Per "ispirare" i lavoratori in questa nuova impresa, a lungo vagheggiata dal rapper più controverso d'America, la moglie Bianca Censori ha inviato a un lavoratore un link di file-sharing con video hardcore, che avrebbero potuto essere visti anche dai minori.
    Dopo un periodo di lavoro senza sosta, la squadra di sviluppatori ha consegnato una applicazione il primo maggio. Ma i pagamenti non sono partiti. È scattata allora la denuncia, che depositata in tribunale ha avviato una causa per risarcimento dei salari non pagati e degli straordinari e per danni emotivi.
    (ANSA).
   

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