Rubriche

Elton John si racconta, non è mai troppo tardi per essere felici

Never Too Late in anteprima mondiale al Toronto Film Festival

Redazione Ansa

 Non è mai troppo tardi per essere felici. Ne sa qualcosa Elton John, una delle star più acclamate al mondo e sulle scene quasi ininterrottamente dal 1967. Lui stesso si racconta in 'Elton John: Never Too Late', il docufilm diretto da R.J. Cutler e David Furnish, marito dell'artista, presentato in anteprima mondiale alla 49/a edizione del Toronto Film Festival. Sarà in streaming il 13 settembre su Disney+.
    L'ossatura del film è per la maggior parte costituita da una serie di conversazioni private tra John e il giornalista britannico Alexis Petridis per l'autobiografia del 2019, 'Me'.
    Ci sono anche degli audio da un'intervista del 1976 con Cliff Jahr per Rolling Stone: in quell'occasione fece outing sulla sua bisessualità.
    Sir Elton John, 77 anni, è arrivato a Toronto portandosi dietro le conseguenze dell'infezione all'occhio che lo ha lasciato parzialmente cieco da una parte. "Vorrei potervi vedere - ha detto durante il Q&A dopo il documentario - ma non posso".
    "La vita - continua - è una lezione che ho imparato a 43 anni e da allora è stata meravigliosa".
    'Never Too Late' si focalizza sulla sua produzione monumentale tra il 1970 e 1975, quando a 27 anni si ritrova ad essere uno degli artisti più grandi al mondo. Il 1975 è anche l'anno in cui tiene un concerto storico al Dodger Stadium di Los Angeles. Allo stesso tempo la fama lo rende una persona sola e i vuoti vengono colmati con l'alcol e la droga. L'unica cosa che in realtà cerca è la stabilità di una famiglia. Si fa poi un salto di oltre 50 anni ed ecco Piano Man che si prepara a dare l'addio alle tournée con un altro concerto memorabile che chiuderà il 'Farewell Yello Brick Road Tour'. Il palcoscenico è ancora quello del Dodger Stadium nella città degli angeli, dove tutto è iniziato.
    Elton John è ora un uomo felice grazie al marito David e i due figli avuti da una madre surrogata, Zachary, nato nel 2010 e Elijah, del 2013. "Voglio farvi vedere il motivo per cui devo dire addio alle tournée - dice alla fine del film mentre chiude il concerto di Los Angeles - la mia famiglia, David, Zachary e Elijah".
    Il film copre anche i dieci mesi di preparazione al concerto di addio del 20 novembre del 2022, con lui c'è sempre Furnish.
    "Hai tutto il successo di questo mondo - ha spiegato il regista di origini canadesi - eppure non vuol dire niente finché non hai una famiglia e l'amore". Ci sono inoltre tanti flashback sul passato, come quello in cui è alle prese con due genitori violenti che lo picchiano e umiliano continuamente, la musica è la sua ancora di salvezza. Il successo arriva a pochi anni dall'esodio nel 1962, all'epoca è ancora un adolescente.
    Travolto dalla fama, alla fine degli anni '70 è costretto a prendersi una pausa. La dipendenza dalla droga gli costa quasi la vita e riesce a liberarsene solo nel 1990. Nel film, inoltre, l'artista parla della sua amicizia con John Lennon e racconta come riuscì a portare l'ex Beatle sul palco del Madison Square Garden show nel novembre del 1974. Quella performance si sarebbe rivelata l'ultima esibizione dal vivo di Lennon. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it