"Depressione e disagio psichico sono un fiume carsico in piena, negato e ignorato per accreditare l'idillio di una società felice. Siamo obbligati ad apparire sani, forti e colmi di gioia.
Al Tgr Lombardia ha raccontato quanto vissuto durante un Trattamento Sanitario Obbligatorio (Tso).
"Mi sono trovato a un certo punto legato al letto mani e piedi, con una siringa in una gamba, è una cosa che non dimenticherò mai" dice Cognetti irriconoscibile, senza barba e con i capelli tinti di rosss. "Avevo voglia di cambiare faccia, non tagliavo la barba da quando avevo 16 anni e questo è il rosso che avevo da bambino.
Forse era un desiderio di rinascita dopo quello che ho vissuto", racconta Cognetti, che è stato ricoverato per due settimane nel reparto di psichiatria dell'ospedale Fatebenefratelli, nella sua Milano. "Mi hanno detto che avevo una crisi maniacale e mi hanno dichiarato il Tso, che significa - spiega Cognetti - non poter uscire né rifiutare i farmaci e vivere in un regime che non esiterei a definire carcerario. Tanti altri vengono trattati così, ma se lo raccontano non c'è nessuno che li ascolta" aggiunge lo scrittore, spiegando perché ha scelto di condividere la sua esperienza.
Paolo Cognetti racconta il disagio, "è tempo di alzare il velo della colpa che nasconde il dolore"
Lo scrittore racconta dei suoi due Tso in un 'regime carcerario'