Anche gli amici a 4 zampe soffrono di stress transitorio, non patologico, spesso collegato a situazioni specifiche e a volte prevedibili dalla famiglia umana. Sono improvvisi momenti di paura, intenso stress per motivi inattesi, agitazione… attimi o giorni di disagio che, come le persone - avvertono gli esperti - provano anche cani e gatti .
“Le situazioni che mettono più a disagio il cane e il gatto fanno parte della vita quotidiana: rumori, visita veterinaria, ospiti e viaggi sono eventi molto frequenti. Per migliorare la qualità di vita dei nostri conviventi è necessario anticipare quando possibile la circostanza scatenante programmando un piano d’azione efficace” osserva Sabrina Giussani, Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale e Past President di S.I.S.C.A. (Società Italiana Scienze del Comportamento Animale).
In queste situazioni, cani e gatti comunicano con il corpo e vocalizzi la paura e il disagio: è importante riconoscere questo stato di malessere per supportarli adeguatamente. Il pianto, l’ululato e l’abbaio sono i segnali più comuni di disagio (47,1%) nei cani, così come ansimare, camminare avanti e indietro in modo agitato o anche la perdita di appetito (45,7% dei rispondenti). Ci sono cani che reagiscono allo stress mostrando aggressività (il 27%) e, in misura minore, chi si nasconde (14,3%). È proprio il nascondersi, invece, la reazione più comune allo stress e alla paura nei gatti (70,4%), c’è poi chi fa pipì fuori dalla cassetta (25,3%), chi si mostra aggressivo (20,7%), chi graffia di più gli oggetti di casa e smette di mangiare (entrambi i comportamenti riportati dal 9,4% dei proprietari).
In alcuni casi, lo stato di stress determina anche un cambiamento nella relazione con la famiglia umana, lo dichiara il 61,4% di chi vive con un cane e il 35,6% di chi vive con un gatto. Il cane segue passo passo il proprietario o vuole stare in braccio (rispettivamente 64,1% e 18% di chi riscontra un cambiamento nella relazione), non gioca oppure chiede sempre di giocare (25%), si isola (25,6%). Reazione diversa nei gatti, che cambiano atteggiamento sul fronte delle coccole: il 44% non cerca più il contatto e il 20% lo cerca in eccesso, mentre il 45,6% abbandona il gioco e il 30,4% non dorme più con il proprietario. “Lo stress cambia lo stato d’animo del cane e del gatto e, di conseguenza, si modifica la relazione con il referente umano. Il cane diventa assillante nelle richieste di aiuto e fatica a trovare conforto mentre il gatto si isola lontano dalla famiglia. È necessario comprendere i segnali comunicativi dell’animale per riconoscere il disagio” nota la dottoressa Giussani.
Spesso i cani sottoposti a forte stress non rispondono più alle coccole e ai tentativi di distrazione da parte del padrone, mentre i gatti si dimostrano molto schivi. I feromoni si rivelano molto utili anche nell’evitare che ciò accada.
Coccole e parole sono il modo più comune adottato dalle persone per sollevare lo stato d’animo nei gatti (83,8%) e nei cani (71,6%). Una passeggiata è anche il rimedio proposto dal 19% di chi vive con un cane, mentre chi si trova a consolare il gatto punta sull’invito a giocare insieme (27,9%), sui premi in cibo (26%) e sui feromoni felini (19,9%).
Quanto impiegano i pet a ristabilire uno stato di normalità una volta che l’evento è cessato? Da quanto emerge, risulta che – mentre la maggior parte dei gatti torna ad uno stato di normalità in pochi minuti o un’ora – un consistente 38,79% impiega mezza giornata o più giorni a ristabilirsi (38,79%). Nel caso dei cani, il recupero in tempi prolungati, mezza giornata o più, riguarda il 15% dei rispondenti.
Cani e gatti, anche loro si stressano. Ecco come capirlo e aiutarli
Il gatto si isola, il cane diventa assillante