(di Alessandra Magliaro)
(ANSA) - Un anno di lavoro per scoprire un'Italia bulla, quella che, almeno con i 140 caratteri e quindi con il linguaggio tutto speciale di Twitter, prende di mira i deboli, insulta le inclinazioni sessuali altre, fa delle donne un bersaglio. Un'Italia bulla e misogina esce infatti fuori dalla Mappa dell'Intolleranza, un progetto di Vox - l'Osservatorio italiano sui diritti che vorrebbe supportare interventi mirati sul territorio e per questo è a disposizione di chiunque, comuni, scuole. La Mappa, dicono il bel gruppo che per un anno ci ha lavorato, è soprattutto un progetto di prevenzione. Un team universitario ma non solo ha monitorato, estratto e studiato, circa due milioni di tweet: la giornalista Silvia Brena, Marilisa D'Amico, ordinario di diritto costituzionale all'Università di Milano, co-fondatrici di Vox; Maurizio Binetti, Cecilia Siccardi ( Dipartimento di diritto pubblico italiano e sovranazionale all'Università di Milano e Vox); Maura Pelizzari e Roberto Reduzzi di Network Comunicazione, l'agenzia che ha ideato il concept per la Mappa; il Prof. Vittorio Lingiardi e Nicola Carone del dipartimento di psicologia dinamica e clinica della Sapienza Università di Roma; Prof. Giovanni Semeraro e Cataldo Musto dell' Università Aldo Moro di Bari . Dalla Mappa esce fuori per la prima volta la diffusione in Italia dei tweet razzisti, omofobi, misogini, antisemiti e intolleranti nei confronti dei disabili.
Un panorama sconfortante, con una diffusione a macchia di leopardo su tutta la penisola delle diverse forme di intolleranza. "Nei 140 caratteri di twitter comprimiamo i nostri sentimenti", spiega Silvia Brena, giornalista e co- fondatrice di Vox. "140 caratteri con cui ci alleniamo a urlare emozioni, rabbie, frustrazioni che spesso non riusciamo a elaborare in altro modo". Due, gli elementi emersi in modo più rilevante. Il primo. Complessivamente la distribuzione dell'intolleranza, considerati i 5 gruppi, è polarizzata soprattutto al Nord e al Sud, poco riscontro invece nelle zone del Centro come Toscana, Umbria, Emilia Romagna. Una situazione, che si capovolge per quanto riguarda l'antisemitismo, fenomeno in evidenza soprattutto nel Lazio e nel Centro Italia. Va segnalato un picco significativo in Abruzzo, nell'area tra L'Aquila, Chieti, Pescara e Teramo. Presente anche in alcune zone del Nord e del Sud Italia. Il secondo dato assai preoccupante riguarda la misoginia, sulla quale si concentra la maggiore proliferazione di tweet intolleranti. Il numero di tweet contro le donne, infatti, in 8 mesi è arrivato a 1.102.494, con 28.886 tweet geolocalizzati. "Hate speech è parola dell'odio, parola che attacca e offende una persona o un gruppo sociale", aggiunge Vittorio Lingiardi, docente di Psicologia Dinamica presso La Sapienza- università di Roma. "Favorite dalla velocità e custodite dallo spazio cibernetico, le parole possono diventare pietre, incitamento all'odio e, a volte, crimine".
Del resto giusto un paio di giorni fa Dick Costolo, ceo di Twitter ammetteva in una lettera ai dipendenti rilanciata dal Corriere della sera come il mezzo che avrebbe dovuto velocizzare messaggi in 140 caratteri sia diventato una sorta di canale naturale per urlare odio e intolleranza. Praticamente le stesse conclusioni.
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