Migliaia di persone - tra cui stavolta la 94enne partigiana e sempre attivissima Lidia Menapace, il fondatore di Emergency Gino Strada, il giornalista Gabriele Del Grande - si ritrovano come ogni 25 aprile a respirare la storia lungo la Porrettana Nord, sopra Bologna, in quel paesaggio di colline, monti, boschi, insenature lungo il Reno, che aveva distratto Giorgio Morandi dalle sue nature morte e che è un emozionante luogo sacro della coscienza, un posto dove commemorare, guardare al passato per cercare di guidare il presente, per fare memoria e con essa scuola di pace. E' il parco regionale storico di Monte Sole, l'unico in Italia.
I FATTI DEL TRAGICO AUTUNNO 1944
Istituito quasi 30 anni fa (era il 1989), nel territorio compreso tra il Reno e il Setta teatro, durante la seconda guerra mondiale, del tremendo eccidio di Monte Sole effettuato dai nazi-fascisti nel 1944 al comando del maggiore delle SS Walter Reder: 770 vittime tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, un massacro di civili orrendamente pianificato e perpetrato brutalmente per bonificare il territorio diventato cruciale per quella fase della guerra e spazzare via con esso anche la partigiana Brigata Stella Rossa e terrorizzare la popolazione civile, al fine di evitare la formazione di qualsiasi forma di resistenza. Fu la più grande strage compiuta dai nazisti in Italia. Nel complesso gli uccisi- i numeri in questo caso non sono superflui - da nazisti e da fascisti durante i mesi dell’occupazione, nei comuni di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi furono 955, partigiani ma soprattutto civili: 216 i bambini, 316 le donne, 142 gli anziani, 5 i sacerdoti. Gli eccidi colpirono 115 località.
Questa è un'area protetta, per il patrimonio ambientale, ma con lo scopo fondante di mantenere vivo l'interesse e la memoria di questa pezzo di storia italiana che pure solo nel febbraio 2006 è finito sotto processo a seguito della clamorosa scoperta nel '94 del cosiddetto Armadio della vergogna, un locale di Palazzo Cesi a Roma, sede degli uffici giudiziari militari, che con la dicitura “archiviazione provvisoria" custodiva le carte di tante stragi. 10 militari tedeschi appartenenti alle SS sono stati condannati in primo grado nel 2007.
A SCUOLA DI MEMORIA SUL MONTE SOLE, ECCO COSA SI FA
Monte Sole è diventato per la popolazione e i tanti italiani, scolaresche e cittadini, che la frequentano non solo il 25 aprile, un luogo simbolo delle atrocità commesse durante la guerra. L’incontro di tanti giovani, famiglie, bambini e anziani, rappresenta un’occasione di riflessione sui temi della memoria attiva, sui valori della pace e della giustizia grazie anche alla Scuola di Pace e al percorso del “Memoriale” che tocca i luoghi simbolo dell’eccidio e la vetta del Monte Sole con la stele in memoria dei partigiani sacrificatisi in queste valli durante la guerra di Liberazione.
Partendo dalla storia degli eccidi e dall’ascolto delle sue memorie, educare alla pace, a Monte Sole, significa educare ad una cultura di pace: un percorso lungo e complesso dove si intrecciano le memorie del passato ed uno sforzo costante di rielaborarle, a partire dalla consapevolezza di sé, dal riconoscimento dei propri limiti e delle proprie responsabilità per riflettere sulle responsabilità collettive, sui meccanismi e sui percorsi che permettono l’emergere e il consolidarsi della cultura della violenza e della sopraffazione. La conoscenza dei processi storici, degli eventi e dei protagonisti del 1944 serve allora come stimolo per una riflessione profonda sui concetti di “carnefice”, “perpetratore” e “spettatore”. Chi ha potuto commettere simili azioni? Erano umani? Come può un essere umano? Si poteva disobbedire? Qual è il confine tra responsabilità personale e influenza del contesto e del gruppo? Vale solo in guerra? Si può solo “stare a guardare”? La Scuola di Pace ha un consiglio di amministrazione e un consiglio di indirizzo, un comitato scientifico e vi lavorano stabilmente con il coordinamento di Elena Monicelli 5 professionisti, che coinvolgono diversi collaboratori e collaboratrici. E' un'attività preziosa, riduttivo parlarne restringendola solo alla Festa della Liberazione: sono laboratori esperienziali con l'obiettivo di sviluppare rivolgendosi alle giovani generazioni una capacità di pensiero critico. Dicono gli educatori della scuola: "La finalità non è quella di lasciare Monte Sole con l’idea confortante che la violenza è qualcosa del passato o di un altrove ma è quella di porre domande scomode alla coscienza individuale: che senso ha ricordare le tragedie del passato? I meccanismi di propaganda e costruzione del nemico che hanno portato ai disastri della 2a guerra mondiale sono confinati laggiù? Oppure si ripresentano in altri spazi e in altri tempi? Fino a che punto ci possiamo autoassolvere se ubbidiamo ad un ordine, ci uniformiamo alla volontà del gruppo o “stiamo a guardare”?
I SITI DI COSCIENZA
La Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole è tra i membri fondatori della International Coalition of Sites of Conscience, una rete mondiale di luoghi di memoria e istituzioni memoriali che, per farne parte, devono provare di fare un lavoro di attivazione della memoria storica e non solo sterile commemorazione. Lo scopo è 'turn memory into action', trasformare la memoria in azione: per questo l'impegno di oggi è accanto ai movimenti per i diritti umani. Sono attualmente 230 membri in 55 paesi.
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