L’8 marzo, la Festa della Donna, si è trasformata negli anni in una giornata di attenzione sui diritti delle donne, contro la violenza di genere e per rivendicare obiettivi sociali. La strada è lunga, persino nei termini delle parole di tutti i giorni. Babbel, la app per imparare le lingue online, ha voluto analizzare alcuni termini, nazionali e internazionali, per scoprire quanto il patriarcato sia ancora presente nelle radici delle parole della vita di tutti i giorni. E come definirlo per combatterlo.
I termini del sessismo…
Isterica (italiano, ma anche in molte altre lingue)
Nella Grecia antica, Ippocrate, il medico da cui viene il famoso “giuramento”, aveva una teoria: l’utero (Hystéra, in greco antico), quando è “frustrato”, vaga per il corpo causando sintomi come irritazione, palpitazioni e ansietà. Questa condizione era spesso riscontrabile in donne vergini o vedove e il rimedio consigliato era il matrimonio… Oggi la maggioranza delle persone non conosce la radice del significato e tuttavia questa espressione è usata per insultare donne che siano “irascibili” senza motivo, attribuendolo alla poca vita sessuale o al ciclo. Ragionamenti non molto distanti quindi da quelli di un greco del V secolo a.C.
Scapolo/Zitella
Un altro termine che vuole giudicare la vita sessuale delle donne è “scapolo” e il suo parallelo in negativo “zitella”. Nel primo caso un uomo single adulto sarà semplicemente uno “scapolo”, spesso con connotazione positiva (vedi “lo scapolo d’oro”). Nel secondo, una donna sola, in età “avanzata”, sarà una zitella, una donna da compatire, una che non è riuscita a “trovare nemmeno uno straccio d’uomo”.
Gars/Garce (francese, “ragazzo giovane”/“ragazza facile”)
In francese questo termine varia di significato, a seconda se sia usato al maschile o al femminile. Nel primo caso significa semplicemente ragazzo, nel secondo, ragazza facile, promiscua.
Schlampe/Schlamper (tedesco, “puttana”/“disordinato”)
La parola che al femminile significa “puttana”, al maschile, Schlamper, significa semplicemente che un ragazzo, un uomo, è disorganizzato, disordinato.
Mulher de malandro (“La moglie del mascalzone”, portoghese)
Questo termine normalizza la violenza domestica relegandola nel faceto. Sono dette così le donne che pur essendo in una situazione di violenza domestica non lasciano il marito. La vittima viene messa così nella posizione di colpa, sola responsabile di non abbandonare una situazione intollerabile, assolvendo l’aggressore (definito tuttalpiù come “mascalzone”). Si ignorano di fatto i fattori economici e psicologici che costringono la persona a rimanere in una situazione intollerabile.
… E le parole per riconoscerlo e affrontarlo
Una volta definito un comportamento, sarà più facile riconoscerlo e affrontarlo.
Un esempio in questo divertente video della BBC.
Video: (https://www.citjotv.com/2017/10/07/mansplaining-mansplained-bbc-news/)
Mansplaining (man = uomo + explaining = spiegare)
Questa parola, inventata da Rebecca Solnit, autrice del libro “Gli uomini mi spiegano le cose”, indica un l’atteggiamento paternalista e accondiscendente di alcuni uomini che, screditando e svalutando la conoscenza femminile, gli uomini spiegano alle donne argomenti molto ovvi, dando per scontato che loro non riescano a capirli.
Manterrupting (man=uomo + interrupting = interrompere)
Come si può ben capire dalla composizione di questa parola, essa descrive l’atteggiamento arrogante di un uomo che interrompe una donna mentre sta parlando e non le lascia finire quello che sta dicendo. In molti casi, il “manterrupting” si trasforma in “mansplaining”.
Bropriating (bro/brother = fratello + appropriating = appropriarsi)
Ecco un’altra condotta molto comune nell’ambiente del lavoro. Il “bropriating” si verifica quando un uomo si appropria dell’idea messa a punto da una collega donna, agendo come se ne fosse l’autore e prendendosi tutto il merito.
Body-shaming (body = corpo + esporre al pubblico ludibrio/far vergognare)
Il body shaming implica il giudizio nei confronti di una donna attraverso il suo corpo e il modo in cui essa decide di disporne. Si verifica naturalmente quando la donna mostra il proprio corpo con serenità, disprezzando gli standard di bellezza imposti dalla società i quali promuovono costantemente un ideale che rinforza il circolo vizioso del "body-shaming".
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