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'Anziani, vi portiamo la spesa', il contagio della solidarietà

Post-it nei palazzi. A Roma sartoria cuce mascherine gratis

Redazione Ansa

 Non ci sono soltanto i giovani che disattendono le indicazioni per fronteggiare il coronavirus continuando a uscire, a organizzare feste, a fare partite di calcetto nei parchi. Accanto ai 'disobbedienti' cresce la schiera di ragazzi, e non solo, che si sta auto-organizzando per aiutare gli anziani soli o chi, malato o in quarantena, non può uscire di casa e non ha nessuno che possa fare la spesa o comprare le medicine in farmacia. Nei condomini spuntano post-it, su Facebook dei gruppi ad hoc. A Parma i bar regalano scorte in eccesso, a Roma in sartoria si cuciono mascherine gratis per chi le chiede.
    È la doppia faccia dell'Italia: da un lato la disobbedienza, dall'altro la grande solidarietà, le forme di altruismo gratuito che in questa fase che va verso il 'lockdown' delle città per contenere la diffusione del coronavirus pandemico diventano lezione di sopravvivenza. Tanti giovani stanno provando ad aiutare i più anziani. Nei condomini da Milano a Bologna in giù spuntano i post-it attaccati agli ascensori per chiedere a chi nel palazzo ha bisogno di fare la spesa o comprare medicine e non può uscire di casa o è meglio che non lo faccia. Facebook e gli altri social stanno diventando altre straordinarie piattaforme di mutuo soccorso. Già all'attivo da qualche giorno, il gruppo Fb 'Hai un'influenza sul mondo' è nato a Bologna e ha già una "replica" a Imola. C'è chi si offre per fare la spesa, chi per consegnare medicinali a domicilio, chi ancora per dare da mangiare agli animali o proporsi come babysitter. Una donna all'ottavo mese di gravidanza chiede video per attività motoria a distanza, un papà preoccupato per il figlio che vive a Bologna chiede contatti sul posto da chiamare in caso di emergenze. C'è chi offre lezioni di canto per superare la noia dei giorni a casa. Tanti gesti piccoli, concreti, nel rispetto delle disposizioni a non uscire se non necessario. E c'è già chi chiede di tenere aperto il gruppo, "quando tutto sarà finito".
    Reti di solidarietà un po' ovunque. A Parma il Comune con l'associazione Emporio Solidale, a Fidenza la stessa amministrazione con un gruppo scout dell'Agesci, nei centri più piccoli semplici gruppi di giovani perseguono un obiettivo comune: aiutare le persone anziane chiuse in casa. "Andiamo a fare spesa per loro, paghiamo le bollette o recuperiamo le ricette per la farmacia - racconta Carmen che con un amico si è messa a disposizione degli anziani del suo paese, Noceto - Sappiamo quanto rischiano ad uscire allora ci pensiamo noi, raccogliamo le richieste e facciamo il giro un paio di volte al giorno". Alcuni bar invece offrono gratis cibo e bevande che altrimenti andrebbero verso scadenza.
    Il Comune di Milano ha messo in campo 150 custodi sociali, persone che si prendono cura di circa 8mila persone, le più fragili e in difficoltà. Prima del coronavirus l'assistenza era a domicilio, mentre ora è in gran parte telefonica: si danno informazioni utili sulle restrizioni imposte per decreto oppure si porta un po' di compagnia a chi è solo tutto il giorno.
    La solidarietà ha molte facce. A Roma una sartoria di piazza Bologna che ha chiuso i battenti per il pubblico si è reinventata cucendo mascherine in stoffa gratuite e solidali.
    "In due giorni ne abbiamo fatte oltre 300 e continuano ancora ad ordinarcele". Iniziativa simile nel Vercellese.
   

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