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Ucraina, dopo cibo e vestiti perchè ora è meglio donare soldi

L'economista Valentina Barca spiega l'importanza in emergenza del denaro più che coperte

Redazione Ansa

Abbiamo reagito subito, abbiamo portato pacchi pieni di ogni cosa, maglioni pesanti, cappelli, sciarpe, pannolini per bambini e pannoloni per anziani, lacci emostatici e polvere antiemorragica, abbiamo fatto la spesa di beni non deperibili, comprato latte in polvere e pasti per cani e gatti profughi anche loro. Su Facebook e whatsapp abbiamo fatto una rete di aiuti formidabile e meravigliosa, nei centri di raccolta della comunità ucraina e in altre associazioni. Poi abbiamo cominciato a pensare ad aprire le porte per l'accoglienza. Una società civile degna, rapida, generosa, che ha agito di slancio e riempito camion, tir per inviare beni di ogni genere verso l'Ucraina ed i paesi limitrofi.
"Uno sforzo importante e simbolico, ma anche problematico.. e molto meno efficace che inviare donazioni in denaro alle organizzazioni umanitarie che si trovano in prima linea, lavorando accanto al governo ucraino ed al suo sistema di protezione sociale", sostiene l'economista Valentina Barca, esperta di politiche sociali in emergenza. E spiega con argomenti più che validi perchè
Perche ora è meglio inviare denaro?
Assenza di flessibilità: beni che non rispondono ai bisogni I bisogni delle persone cambiano costantemente nel corso di un’emergenza umanitaria. Beni che pochi giorni prima erano richiesti in grandi quantità possono diventare velocemente ridondanti se le donazioni non sono ben coordinate (difficilissimo, in queste circostanze). I beni sono inflessibili, ed in emergenze passate sono state buttate via anche il 60% delle donazioni. I soldi, invece, si possono usare per qualsiasi cosa, in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo – soprattutto se trasferiti elettronicament direttamente al destinatario, come ormai fanno una gran parte delle organizzazioni umanitarie (spesso chiamata Multi Purpose Cash Assistance, inviata sui conti dei beneficiari, su portafogli digitali o su carte pre-pagate).
Questo è ancora piu critico per una popolazione rifugiata ed in transito, sparsa nel giro di pochi giorni su vaste aree geografiche, con bisogni diversissimi che vanno ben oltre il ricevere una coperta.
La complessità della gestione, ed il costo La logistica per distribuire i beni donati è estremamente complessa, lenta – e costosa (fino al 60-80% del valore del bene). Pensate al trasporto, ai controlli doganali e di qualità, alla follia dello smistamento/organizzazione di migliaia di beni, allo stoccaggio (ci sono gia indicazioni dalla Polonia secondo cui molti beni vengono mandati indietro per assenza di spazio e capacità di gestione).
E se la situazione è già difficile per i paesi confinanti, entrare in una zona di guerra con questa complessità amministrativa non è neanche un’opzione. Solo poche organizzazioni hanno accesso ed è fondamentale che coordinino i loro sforzi per evitare duplicazioni e lacune: distribuiscono soldi, ma anche risorse comprate ‘in massa’ – supportando i mercati locali dove possibile (anche questo con effetti di secondo ordine importanti). Per non parlare degli altri ruoli fondamentali di supporto alla sicurezza ed alla salute fisica e psicosociale della popolazione che non è potuta partire. La dignità ed il tempo di chi riceve
Le file per raccogliere beni di prima necessità possono essere lunghissime (si parla di attese di oltre due ore) e trovare esattamente quello che serve molto difficile – soprattutto vista l’enorme quantità e varietà di beni. Mentre può essere ragionevole, nei punti di trapasso alla frontiera, una distribuzione di questo tipo nel breve termine, nel medio termine non ha alcun senso. Mettiamoci tutti nei panni di chi sta fuggendo una guerra. La vera domanda per tutti noi è dunque: perchè non inviare denaro? Forse perchè lo consideriamo meno ‘romantico’. Forse perchè cosi’ ogni piccola associazione può avere un progetto ‘tangibile’ da portare avanti. Forse perchè non ci fidiamo che i soldi arrivino veramente a chi ne ha bisogno. Ma ci sono anni di evidenza a dimostrare che non c’è niente che in questo momento possa avere piu’ impatto, e che possa garantire maggiore trasparenza, equità, sostenibilità, e celerità.
È vero che piegare ed inviare quel vecchio cappotto riscalda il cuore. Ma in un momento del genere è altro che conta. Impariamo a riconoscere come societa quale modello sia piu’ utile in quale circostanza. Teniamo il cappotto per quando sapremo accogliere chi verrà nelle nostre case e nelle nostre città. Oggi, organizziamo un evento di raccolta fondi.
Inviare denaro – ovvero la possibilità di supportare le persone nell’enorme complessità dei bisogni che vedremo evolversi nelle prossime settimane – è indubbiamente la scelta migliore.
Qui sotto qualche opzione per chi non sapesse dove cominciare:
• Il Fondo Umanitario della Banca Nazionale Ucraina, in supporto del Ministero delle Politiche Sociali
• Numero cel 45525 (UNICEF, UNHCR, Croce Rossa) o Croce Rossa Ucraina donazioni (e Croce Rossa Italiana) o UNHCR donazioni o UNICEF donazioni
• Actionaid donazioni
• Save the children Fondo Emergenza Ucraina
• Intersos donazioni
• Medici Senza Frontiere donazioni 

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