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Festa della mamma, tutte le forme della maternità oggi

PODCAST | Una riflessione sulla complessità dell'essere madre oggi e sulle tante forme possibili (di Alessandra Magliaro)

Redazione Ansa

Al netto dei retaggi culturali e della retorica - colei che dà la vita, sangue del tuo sangue, figura sacrificale - come possiamo sostanziare non ieri storicamente ma oggi la figura della mamma? Ne parliamo in occasione della Festa della Mamma, domenica 14 maggio, una festa diventata un'incredibile business commerciale, ma che ci spinge anche a qualche riflessione.

 

Colei che genera certo, ma anche se non ha generato è madre comunque ad esempio con l'adozione, allevatrice si ma non unica perchè a tirar su i figli si è in molti, ci si fa aiutare dalla rete familiare dai fondamentali nonni, dalle baby sitter, dai parenti in generale, educatrice si ma davvero non da sola sarebbe una fatica immane e non sarebbe giusto per i figli stessi.

Inoltre ragionando sull'oggi, tutto quello che attiene al ruolo della madre attiene in realtà alla genitorialità, un concetto sottovalutato nell'Italia tradizionalmente mammona che fa fatica ad emanciparsi nella parità genitoriale costringendo le madri stesse al flagello del multitasking, ossia dei mille impegni portando sulle spalle una fatica pressoché unica di crescere i figli e costringendo i padri a ritagliarsi ruoli di secondo piano quando invece dovrebbero essere sulla stessa prima linea, non tutti sono felici di stare un passo indietro e una società civile dovrebbe promuovere la genitorialità nel complesso per rendere su un piano di eguaglianza la condivisione dei compiti.



La madre, nella sua accezione antica, originaria ed eterna, è un punto di riferimento per la vita senza se e senza ma, simbolo di affetto incondizionato. 
si può essere mamme presenti, ossessivamente presenti, a distanza - come le tante donne migranti che lasciano i figli nel paese d'origine come capita alle nostre collaboratrici domestiche o alle old sitter, le badanti, lontane da loro fin quando il sogno del ricongiungimento familiare non riesce ad avverarsi - si può essere mamme adottando a distanza figli o adottando altre mamme in difficoltà che vivono magari in zone di guerra o di povertà combattendo la malnutrizione o la sanità disastrosa (alcune associazioni come Mani Tese hanno programmi specifici di adozione a distanza di queste mamme), si può essere mamme che con un lungo percorso pieno di ostacoli arrivano ad una adozione, mamme a tutti gli effetti perchè è mamma (e papà) che ti cresce con amore al di là dei legami di sangue. E si può essere mamme a tempo, le affidatarie, anche qui in coppia genitoriale. Mamma affidataria è una figura bellissima coraggiosa forse la più intensa di tutte.
40 anni fa entrava in vigore la legge in italia sull'affido una realtà ad oggi ancora poco nota, ma è un’istituzione di aiuto e sostegno molto importante per garantire al minore il diritto di crescere in un ambiente che possa soddisfare le sue esigenze educative e affettive, rispettando i suoi bisogni, in riferimento alle caratteristiche personali e familiari e alla sua specifica situazione di difficoltà. In questi anni, tra l’altro, - racconta Emanuela Angelini dell'associazione Caf di Milano la cui attività è sostenuta dal progetto solidale Chicco di Felicità - la situazione è peggiorata a causa della pandemia, solamente al termine dell’emergenza sanitaria si è assistito a una leggera ripresa del trend dell’affido, che fino al 2019 si era mantenuto piuttosto costante, intorno a circa 13.500 minori affidati in tutto il Paese. E a differenza dell’adozione, non solo le coppie sposate, possono prendere un bambino o un ragazzo in affido ma anche coppie di fatto, single, famiglie con o senza bambini, persone anche più anziane o divorziate possono candidarsi per un progetto di accoglienza, purché maggiorenni e disponibili a fare un percorso di formazione e conoscenza con gli operatori.
La madre, ieri come oggi, è pronta a tutto per i figli, mette davanti a tutto, loro, simbolo di dedizione massima solo che oltre che madre, è donna e in grandissima parte anche lavoratrice, tutti ruoli che nell'insieme rendono faticosa e complicata la vita della mamma. Frustrata per l'ansia da perfezionismo che la società richiede in ciascuno dei suoi ruoli, dai sensi di colpa per non stare abbastanza con i figli.
Come ha detto la scrittrice Michela Murgia nella toccante intervista al Corriere della sera  in cui annunciava la sua malattia terminale, ' odio la retorica della maternità biologica, della mistica della maternità".
La maternità ha tante forme, tutte quelle dell'accoglienza prima di tutto, dell'essere sostegno per gli altri, figli biologici e figli dell'anima. Madre d'anima è un concetto che non è più moderno ma più inclusivo, mette dento gli affetti senza se e senza ma, l'altruismo, la dedizione, l'esempio, la guida. E in questo concetto più largo c'entrano le donne tutte, con figli di sangue e non, le donne che non li hanno avuti ma li hanno desiderati e per questo hanno fatto con coraggio passi grandi come aprire le porte a figli di altri che avevano bisogno, adottandoli, prendendoli in affido, semplicemente aiutando, mamme di figli di altri, mamme di altre mamme in difficoltà.

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