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Svuotare la casa prima di morire, il trend svedese è una serie tv

Oltre Marie Kondo, i consigli in un manuale sul decluttering pre mortem

Redazione Ansa

Nell'ultimo romanzo di Ian McEwan, Lezioni, la compagna del protagonista Roland Baines, malata di un cancro terminale, libera l'armadio dai cappotti perchè sa che non arriverà al prossimo inverno per indossarli.



    Questa la filosofia dietro The Gentle Art of Swedish Death Cleaning, un bestseller arrivato dalla Svezia che il canale in streaming Peacock della Nbc ha tradotto in serie tv. Lungi dall'essere macabro o morboso, il manuale di Magareta Magnusson, da cui e' tratto lo show narrato da Amy Pohler, è sorprendentemente ottimista: non occorre essere in punto di morte per liberarsi della zavorra superflua accumulata nella vita. E soprattutto non bisogna lasciare questo peso ai propri eredi. Bisogna invece affrontare lo sforzo del decluttering come un cammino a ritroso in cui, senza nostalgie, ci si libera del superfluo per apprezzare meglio quello che rimane.
    "L'idea è che non dovremmo lasciare una montagna di roba che i nostri cari dovranno ripulire quando non si saremo più", scrive la 89enne Magnusson nel sequel del 2022, intitolato, piu' positivamente, L'Arte Svedese di Invecchiare Esuberantemente: Perle di Saggezza da Qualcuno che (Probabilmente) Morira' Prima di Te. Lo spirito di Gentle Art va oltre Marie Kondo, un'altra regina del decluttering che ha costruito una fortuna su come liberarsi di anni di accumulo onorando il principio che si tiene solo quello che accende una scintilla di gioia. Gli svedesi hanno una parola, döstädning, per esprimere la pratica dello svuotare armadi e cassetti prima di morire. Negli Usa, patria del consumismo esasperato, la traduzione di The Gentle Art nel 2018 è diventata un best seller e le vendite sono quadruplicate dopo che in aprile e' partita la serie su Peacock che segue tre death cleaners - una psicologa, una organizzatrice e un decoratore - a Kansas City per aiutare otto persone a eliminare - fisicamente e emotivamente - anni e anni di accumulo. "L'idea del Death Cleaning e' radicata nella nostra cultura", spiega a Today.com la psicologa Katarina Blom. Per la Magnusson, in una email al Wall Street Journal, la pratica è tutt'altro che funerea: "Triste e morboso è ammassare un sacco di roba senza veramente apprezzarla. E' triste lasciare agli altri il compito di eliminarla. Tenete le cose che amate veramente e che quotidianamente apprezzate, e buttate il resto".
    Per Ella Engström, l'organizzatrice nello show di Peacock, è sorprendente la quantità di roba che accumulano gli americani a causa di eccessi nella cultura dello shopping. "In Svezia c'è una parola, lagom, che significa la giusta quantità, e che è radicata nella nostra cultura". A suo parere non è mai troppo presto per cominciare il Death Cleaning e che passaggi della vita come un trasloco, un divorzio o una morte in famiglia sono buone opportunità per testare il metodo: "Mettere cose in scatola non è la soluzione". (ANSA).
   

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